IoTLab-PoliMi: abitare nel futuro con gli oggetti smart

Milano – Il mercato delle soluzioni per la Smart Home in Italia sta crescendo ad un ritmo molto elevato e cominciano ad essere davvero in tanti a portare l’Internet of Things nelle proprie case. Un grande freno alla diffusione massiva della casa intelligente resta però l’incomunicabilità tra le tante soluzioni esistenti e la mancanza di interoperabilità tra i vari oggetti: le diverse applicazioni che l’utente è costretto ad installare sul proprio smartphone per controllare ciascun dispositivo non parlano tra loro e impediscono alla Smart Home di essere pienamente convincente sul piano dell’usabilità e della semplicità. Per superare le barriere che ancora rallentano la diffusione dell’Internet of Things nelle nostre case, il laboratorio interdipartimentale IoTLab del Politecnico di Milano ha avviato a settembre 2018 il progetto Open Lab Smart Home volto alla costruzione di un ecosistema costituito da dispositivi multi vendor inter-operabili in maniera olistica in grado di venire incontro alle esigenze e alle abitudini di chi li utilizza. L’iniziativa consortile vede coinvolti i principali attori del mercato Smart Home quali Bticino, Epta, Ezviz, Gewiss, Signify, SoloMio, Beeta by Tera, Vimar e V by Vodafone che ricoprono diversi ruoli della catena di valore, dai produttori di dispositivi ai system integrator, passando per fornitori di servizi. Essi hanno messo a disposizione i propri prodotti e la piena accessibilità alle loro tecnologie, oltre al supporto durante lo sviluppo dell’intero progetto. Nella sede dell’IoTLab in via Durando 39 a Milano, sono stati presentati alla stampa i risultati del progetto, da Giovanni Miragliotta e Antonio Capone, Responsabili scientifici dell’IoTLab, Razvan Pitic, Direttore dell’IoTLab, Daniele Uboldi, ricercatore dell’IoTLab e i rappresentanti delle 9 aziende partner. Attraverso la creazione in laboratorio di 6 use cases riconducibili a diversi ambiti (Safety, Comfort, Assistenza alla persona e Sicurezza) sono state dimostrate le ricadute positive e le potenzialità conferite alla casa intelligente dal raggiungimento dell’interoperabilità tra soluzioni mono-vendor. I 6 use cases integrano diversi elementi tecnologici abilitanti come piattaforme open source (ad esempio Node-RED), protocolli di messaggistica di tipo Publish/Subscribe (ad esempio MQTT), interfacce cloud API dei vari dispositivi e assistenti vocali (ad esempio Amazon Alexa e Google Assistant). In qualità di promotore di questa iniziativa, l’IoTLab del Politecnico di Milano, facendo leva sul know-how del team di lavoro, in collaborazione con le aziende partner, ha esplorato diverse strade per l’interoperabilità attingendo alle più rilevanti tecnologie disponibili. “Il lavoro svolto dal team dell’IOT Lab del Politecnico di Milano insieme alle aziende coinvolte nel progetto ha dimostrato le grandi potenzialità dell’integrazione di soluzioni e prodotti per la Smart Home con la creazione di scenari d’uso reinterpretati in chiave innovativa che possono essere personalizzati e percepiti dagli utenti finali come di valore significativamente maggiore delle loro componenti” dichiara Antonio Capone, Responsabile scientifico dell’IoTLab.