Confindustria-Cerved: Rapporto Pmi Centro-Nord 2019, quadro incerto (2)

Bolzano – In rapporto al fatturato – secondo il Rapporto Cerved – gli utili tornano oltre i livelli pre-crisi (5,2% del fatturato nel Nord, 4,4% al Centro), grazie soprattutto al minor peso degli oneri finanziari. E continua il suo recupero la redditività netta sul capitale investito, sintetizzata dal ROE, pur restando ancora al di sotto dei livelli del 2007. Anche se nel 2017 hanno ripreso cautamente a crescere (+1,7% su base nazionale, oltre il 2% nel Nord-Est e nel Centro), i debiti finanziari risultano significativamente più sostenibili, essendo pari a poco più del 60% del capitale investito nelle regioni del Nord e all’80% nel Centro, con livelli molto distanti da quelli del 2007, quando i debiti superavano abbondantemente il capitale netto. Tale rapporto è in calo proprio nel periodo più recente (tra 2016 e 2017), grazie ad un deciso incremento del capitale netto investito nelle imprese, pari all’8,9% a livello nazionale (il 5% in più dell’anno precedente), con un picco dell’11,4% nel Nord-Est. Grazie al basso costo del denaro, anche gli oneri finanziari continuano a ridurre il proprio peso sui margini delle PMI, toccando nel 2017 il minimo degli ultimi dieci anni. Debito più sostenibile significa anche migliore affidabilità creditizia: nel 2018, le PMI sicure o solvibili sono oltre il 70% nel Nord, e poco meno del 60% al Centro. Inoltre, in tutte le aree analizzate, il numero di PMI con un upgrade della propria classe di rischio tra fine 2017 e fine 2018 supera quello di PMI con un downgrade. Particolarmente lusinghieri sono i risultati delle PMI industriali, il cui numero torna a crescere in maniera decisa, in particolare al Centro (+10,7%), e con una intensità minore, ma comunque consistente, nel Nord-Est (+5,6%) e nel Nord-Ovest (+4,2%). Grazie al positivo trend di crescita, queste due macro aree hanno quasi recuperato i livelli pre-crisi (-2,8%), mentre rimane ampio il gap per le regioni del Centro (-6,3%). Il ripopolamento della manifattura è coinciso con un andamento dei conti economici, anche migliore di quelli del resto delle PMI. Rispetto al 2016, i ricavi crescono nel Nord-Est (+6,4%), nel Nord-Ovest (+5,9%) e nel Centro (+4,6%), recuperando in quasi tutte le regioni i valori pre-crisi. Crescono anche i margini, ben più di quelli del complesso delle PMI, soprattutto nel Nord-Ovest (+7,4%), pur restando ancora al di sotto dei livelli del 2007. Migliora anche la solidità finanziaria delle PMI industriali, con debiti dimezzati rispetto al periodo precrisi (anche grazie ad una robusta patrimonializzazione) e la loro affidabilità (soprattutto al Nord, con oltre il 70% delle PMI sicure o solvibili, ed un po’ meno al Centro, in cui le imprese industriali più affidabili sono poco meno del 60% del totale). Se tuttavia, fino al 2017, tutti gli indicatori monitorati nel Rapporto indicano una tendenza al miglioramento, gli ultimi mesi del 2018 vedono suonare alcuni primi, significativi campanelli di allarme per le PMI del Centro-Nord, peraltro in maniera non uniforme sul territorio. Nel Nord-Ovest tornano, infatti, ad aumentare i fallimenti e le liquidazioni volontarie, che crescono anche nel Centro: si allungano, per la prima volta dopo 5 anni, i tempi di pagamento (anche per le PMI industriali) e aumentano le società che pagano le loro fatture con più di due mesi di ritardo, con situazioni di maggiori difficoltà nel Lazio e in Umbria.