“Belle Ciao”: assemblea delle donne, il lavoro

Roma – Oggi a Roma Assemblea nazionale delle donne ”Belle Ciao”, promossa dalla Cgil. Tra i tanti temi, quello del lavoro. “La condizione occupazionale delle donne in Italia è drammatica, si legge in un documento: gli ultimi dati Eurostat indicano che il nostro paese è agli ultimi posti insieme alla Grecia. I dati per singole regioni fotografano uno scarto rilevante e un divario crescente tra territori. A fronte di un lieve aumento del numero delle occupate dal 2007 al 2017, la qualità dei posti generati è peggiorata: aumento del part time involontario, prevalenza del tempo determinato e di contratti ultra precari. Il tema è quindi duplice: qualità e quantità dell’occupazione in un quadro territoriale divaricato. E’ nel contempo evidente che una azione volta a sostenere l’occupazione femminile – una cura shock come da Piano straordinario – ha bisogno di programmazione e tempistica definita e dell’individuazione di priorità. E’ chiaro che questi dati, unitamente al dato della condizione pensionistica delle donne e della povertà, necessitino la rivendicazione di un lavoro di qualità. E’ evidente che devono essere garantiti una pluralità di strumenti per favorire l’occupazione femminile. Non bastano politiche di incentivazione fiscale e/o bonus occorre agire su almeno quattro leve, nella consapevolezza che l’intensità degli interventi dovrà essere maggiore nelle aree del Sud del Paese. Nell’ultimo Global Gender Gap Report si calcola che oltre il 60% delle donne italiane non sia pagato adeguatamente. Anche se il calcolo del differenziale orario (intorno al 7%) non è tra i peggiori in virtù di una ampia copertura contrattuale che sulla paga base parifica le condizioni di uomini e donne, la penalizzazione sul salario reale e sui contributi delle donne è invece molto ampia e fa crollare il nostro Paese nella 82ma posizione su 144 nell’ultimo report. Tra le tante proposte avanzate: iniziativa ad hoc sul divario retributivo, partendo dalle interessanti ricerche che già ci sono e che abbiano come obiettivo una legge sulla parità retributiva; piani di formazione per le Rsu su divario retributivo, conciliazione, contrattazione orari e flessibilità, inquadramenti; condizioni di accesso alla formazione favorevoli alle donne (con certificazione percorsi); costruzione degli indici per la produttività escludendo i fattori discriminanti ( ad esempio legati alla sola presenza) e valorizzando modelli organizzativi che consentano percorsi di carriera alle donne; incentivi ulteriori su politiche di condivisione, conciliazione; strumenti anche di natura contrattuale per contrasto ai vuoti contributivi; riequilibrio negli inquadramenti, anche attraverso incentivi/disincentivi alle imprese; correttivi previdenziali che rendano più equo e solidaristico il sistema pubblico quali la pensione contributiva di garanzia per le giovani e il riconoscimento del lavoro di cura; percentuale obbligatoria nei livelli intermedi e apicali; recuperare flessibilità oraria, orari plurisettimanali, lavoro agile per favorire un riequilibrio fra tempi di vita e tempi di lavoro.