Cgil-Lombardia: Camusso a Cisl e Uil, risposte adeguate decisioni condivise

Brescia – Concludendo gli stati generali della Cgil Lombardia alla Camera di Commercio di Brescia, Susanna Camusso ha iniziato il suo intervento con due abbracci, “uno alla città, alla gente di Como, che ha dovuto subire una grave intimidazione che, senza violenza esplicita, sta a dimostrare che nel nostro paese e’ stato sdoganato qualcosa e forse bisogna alzare la voce. Il secondo abbraccio di Susanna Camusso e’ andato a Marica e alle lavoratrici e ai lavoratori dell’Ikea perché hanno deciso, nello stupore di molti commentatori, di scioperare dicendo qualcosa che avevamo forse un po’ dimenticato: che si può reagire. E noi continueremo a provarci insieme a lei per tutti quelli che hanno subito in questi anni la riduzione dei diritti delle persone. Questo si lega alla discussione di questi giorni, al tema di come costruire l’integrazione. Otto anni di crisi hanno cambiato domande e modalità con le quali le persone vengono nelle sedi sindacali. Nella società sono aumentate le difficolta’ e sono diminuite le risposte, e questo ha accresciuto la fatica delle nostre compagne e dei nostri compagni che lavorano nei servizi, che noi dobbiamo ringraziare e ai quali non sempre al nostro interno e’ stata riconosciuta visibilità. Il loro lavoro ci ha consentito di elaborare la Carta dei diritti e l’idea che la sottende, il riconoscimento cioè che un lavoratore, una lavoratrice non esiste in ragione del suo contratto di lavoro ma dei diritti cha ha in capo”. “Cos’e’ oggi in Italia l’assistenza – si e’ chiesta il segretario generale della Cgil – è prevalentemente la politica dei bonus, senza nemmeno garanzie di continuità”. “Tanta parte della crescita e del rinnovamento del nostro tesseramento viene piu’ dai servizi che dalle categorie – ha continuato Susanna Camusso – e c’e’ un grande tema che e’ quello di mantenere il filo di un rapporto con i nostri iscritti, e questo e’ garantito dalla ricomposizione di tutele individuali e collettive. L’insieme dell’organizzazione deve dare valore ai servizi che sono fonte di informazione straordinaria sulla realtà del mondo del lavoro”. Passando poi ai rapporti con il governo, Susanna Camusso ha esortato tutti ad essere presenti nelle cinque piazze nelle quali si articolerà la mobilitazione del 2 dicembre. “E’ per noi la prima mobilitazione di una vertenza che per noi riparte. Non e’ la premessa, come qualcuno ha insinuato, allo schieramento con chissà quale forza politica. E’ una vertenza che parla del diritto dei giovani e delle donne di questo paese di andare in pensione. La risposta che il sentiero e’ troppo stretto equivale alla scelta di condannare i giovani alla certezza di un futuro di povertà. Non si può agire sul sistema previdenziale, che deve essere pubblico e con regole certe, per deroghe e aggiustamenti che lo trasformano nella sostanza. C’e’ dunque un tema che riguarda il sistema”. “La legge di bilancio non da’ risposta agli undici milioni di persone che stanno rinunciando a curarsi, e dobbiamo dire che l’allungamento dell’aspettativa di vita non sempre corrisponde a una vita dignitosa”. “E’ necessario rimettere mano ai meccanismi per cui qualunque intervento sul welfare e’ di ricerca di compatibilità anziché di investimenti”. Infine, affrontando il tema delicato della trattativa sulla previdenza, Susanna Camusso ha sottolineato: “se ci sono impegni assunti e non rispettati, un sindacato non può dire “mi accontento di quello che c’e’ “, perché quando andrà dai lavoratori non potrà dire che quegli accordi che si raggiungono sono poi esigibili. O segni il punto di fronte agli impegni disattesi, o non sei piu’ credibile, questa e’ la nostra regola in ogni trattativa. Questo vale per il tema della previdenza come per quello del lavoro”. Rivolgendosi infine agli amici di Cisl e Uil: “quando ci sono delle divaricazioni c’e’ un problema relativo alle scelte che hanno fatto le controparti, ha detto. Noi siamo andati insieme, con la piattaforma unitaria, dalle lavoratrici e dai lavoratori e pensiamo ancora che la battaglia bisogna farla insieme, ma dobbiamo decidere le regole con le quali trattiamo le piattaforme comuni. Chi e’ che giudica la distanza tra una piattaforma e la validità delle risposte? Lo dobbiamo fare insieme con le lavoratrici e i lavoratori, le pensionate e i pensionati. Noi siamo pronti a fare un percorso unitario anche sulla piattaforma sul fisco, ma vogliamo stabilire le regole che mettano tutti in grado di decidere se le risposte sono adeguate e le decisioni condivise”.