Accornero (Unione Artigiani): ripresa prudente nel secondo trimestre

Milano – La produzione artigiana lombarda consegue un risultato in linea con l’ipotesi di stazionarietà dei livelli produttivi, registrando una variazione congiunturale della produzione del +0,2%. In questo contesto l’occupazione, che reagisce in ritardo rispetto alle dinamiche produttive, presenta un saldo positivo per l’artigianato , con il +0,7%. Le aspettative per il prossimo trimestre per la domanda sia interna che estera sono in flessione, pur rimanendo in area positiva, come anche le aspettative per l’occupazione. Migliorano invece le aspettative sulla produzione, segno che gli imprenditori lombardi interpretano lo stop produttivo del secondo trimestre più come fenomeno episodico che come possibile punto di svolta. I dati presentati stamane presso Unioncamere Lombardia a Milano derivano dall’indagine relativa al secondo trimestre 2017 che ha riguardato un campione di più di 2.800 aziende manifatturiere, suddivise in imprese industriali (oltre 1.600 imprese) e artigiane (quasi 1.200 imprese). Nel secondo trimestre 2017 si registra una decelerazione tendenziale della crescita della produzione delle aziende artigiane manifatturiere. Per le aziende artigiane l’indice della produzione è a quota 95,6 (dato destagionalizzato, base anno 2010=100), rimanendo ancora sotto quota 100. Per l’artigianato il secondo trimestre è globalmente positivo, ma quattro settori della manifattura artigiana evidenziano un calo produttivo su base annua: carta-stampa -2,2%, pelli-calzature -1,8%, abbigliamento -1,3% e legno-mobilio -1,1%. Registrano gli incrementi maggiori i settori della meccanica e della siderurgia (+4,4%), seguiti da gomma-plastica (+2,2%), manifatturiere varie (+1,4%), alimentari e minerali non metalliferi (+1,1% entrambi). Il settore tessile registra una variazione quasi nulla (+0,1%). “L’analisi che si può trarre da questo andamento – sottolinea il segretario generale dell’Unione Artigiani, Marco Accornero – è quella di una stazionarietà della produzione manifatturiera, che non sembra preludere ad un’inversione di tendenza, ma è piuttosto una manifestazione di quel processo di ripresa prudente, a strappi, che caratterizza i processi di bassa crescita come quello italiano, lombardo in particolare.” “I segnali positivi colti a inizio anno si sono un po’ raffreddati nel secondo trimestre – conclude Accornero – a dimostrazione che le basi per una ripresa ci sono, ma restano flebili anche a causa di diversi nodi irrisolti che attanagliano le nostre imprese e impediscono loro di essere competitive: fiscalità gravosa, costi del lavoro troppo alti, difficile accesso al credito, mancate semplificazioni burocratiche.”