Lavoro: lettera di Camusso (Cgil) ai lavoratori K Flex

Milano – In occasione del Primo Maggio il segretario generale della Cgil Susanna Camusso ha indirizzato ai lavoratori dell’Isolante Kflex – l’azienda brianzola di Roncello in fase di delocalizzazione, che ha inviato 187 lettere di licenziament – a sostegno della loro lotta in difesa del posto di lavoro, iniziata il 24 gennaio scorso. “Carissimi – scrive Camusso – sono ben consapevole che oggi per voi e per le vostre famiglie non è un giorno felice come invece dovrebbe essere. Lo ricorderete per quei telegrammi che la vostra azienda ha inviato proprio alla vigilia della festa dl primo maggio. La K-Flex, senza alcuna ragione, se non quella del profitto, ha deciso di trasferire in un altro Paese le produzioni che da sempre svolgeva in Italia. Ha tolto il lavoro a chi in questi anni ha contribuito in modo determinante con fatica, con impegno e competenza a farla crescere. So, come lo sapete voi, che far tornare l’azienda sulle proprie decisioni sarà difficile. Quel che è certo, ciò di cui potete essere sicuri è che la Cgil farà di tutto perché si trovi una soluzione diversa. Faremo pressioni sul Governo, a cominciare dal Ministero dello Sviluppo Economico, perché finalmente si facciano seri provvedimenti sulle delocalizzazioni. Non può essere che un’azienda italiana, in attivo, senza alcuna ragione industriale, se non quella di pagare meno i lavoratori, trasferisca all’estero le produzioni e che dal Governo non si alzi una voce, si ponga un problema, si metta in atto un’azione di persuasione. Nulla. Così non è in altri Paesi europei dove gli stessi leader che vengono presi a modello dai politici nostrani si impegnano e muovono le leve del governo per impedire il depauperamento del patrimonio imprenditoriale e produttivo nazionale. Saremo con voi domani e dopodomani e finché ci sarà da lottare per trovare una soluzione. Vi saremo accanto, condivideremo con voi le future scelte e le future azioni. Oggi, primo maggio, festa dei lavoratori, rinsaldiamo questo legame e questa promessa”, conclude Camusso.