Sangalli (Confcommercio), ripresa senza slancio, no aumento Iva (1)

Roma – “Confcommercio è pronta a dare il suo contributo per un Paese più moderno e più giusto perché è su riforme ed equità che si gioca il destino dell’Italia”. Il presidente confederale Carlo Sangalli ha iniziato la sua relazione all’Assemblea 2016 sottolineando “necessità e urgenza di riforme istituzionali”. Passando a parlare di economia, Sangalli ha sottolineato che c’è ancora una “nebbia che avvolge le possibilità di crescita dell’economia italiana”, tanto da “mettere in discussione il teorema che la crisi sia soltanto un brutto ricordo”. Siamo insomma di fronte a “una ripresa senza slancio, senza intensità e senza mordente”. Confcommercio vuole tuttavia “mantenere una quota di ottimismo”, a patto che si realizzino “alcune condizioni necessarie, la più importante delle quali riguarda l’Iva”. Infatti, “l’intenzione del governo di non far scattare le clausole di salvaguardia nel 2017 e quindi di non toccare l’Iva – ha scandito Sangalli – è un impegno irrinunciabile per la crescita”. Certo, va rafforzata la capacità del sistema-Italia di competere sui mercati internazionali, ma “senza una solida ripresa dei consumi interni non può esserci uno sviluppo diffuso”. E quindi “spostare la tassazione sulle cose”, quindi aumentare l’Iva, è come lanciare un boomerang perché alla fine l’Iva la paghiamo tutti”. Per il presidente di Confcommercio occorre invece “intervenire sui nodi strutturali che bloccano la crescita”. Sangalli ha quindi ribadito la necessità di ridurre la pressione fiscale su famiglie e imprese, “ad oggi ancora per nulla compatibile con un Paese più moderno ed equo”. Il governo ha fatto, è vero, “passi in avanti in materia fiscale”, ma “forse è mancata una visione organica del fisco che si vuole per un’Italia più forte e più dinamica. Il fisco che funziona è equo, trasparente, stabile e fatto di pochi tributi”. Per questo Confcommercio propone da tempo “una profonda riforma fiscale, in particolare dell’Irpef, con poche aliquote e l’introduzione di una ‘no tax area’ uguale per tutti i lavoratori”. Accompagnata da “una forte e coraggiosa lotta all’evasione, all’elusione fiscale, alla corruzione” e magari, in futuro, dall’inserimento in Costituzione di “un vincolo alla spesa pubblica complessiva in modo tale da avere meno spesa e meno imposte”.