Sangalli (Confcommercio), ripresa senza slancio, no aumento Iva (2)

Roma – Dopo aver ricordato il “sacrosanto diritto degli imprenditori a “lavorare in un contesto sereno e sicuro”, la necessità di “rivedere e migliorare il nostro modello di offerta, di governance, di promozione, di servizi in campo turistico” e di interventi per migliorare l’accessibilità delle nostre Regioni, la logistica e il cabotaggio, Sangalli, introducendo l’Assemblea di Confcommercio, ha parlato del credito (“Una rete che a volte invece di rilanciare, rischia di impigliare gli imprenditori”). Chiedendo, in particolare, “un ritorno alle ragioni originarie del Fondo centrale che garantisca, attraverso i Confidi, il credito alle piccole e medie imprese”. E sottolineando, rivolto alle banche, che “la sola politica di rating e semafori rischia di ampliare la distanza con le aziende. C’è invece bisogno di prossimità, di vicinanza, di partecipazione”. Il presidente di Confcommercio ha quindi parlato di lavoro, “strumento di dignità prima ancora che di cittadinanza”, sottolineando che “la materia dei contratti va lasciata all’autonomia delle parti” perché “non esiste una sola rotta per legare flessibilità e produttività e ogni settore ha il suo orizzonte”. Quanto al costo del lavoro, “occorre fare un passo in più, servono anche interventi strutturali” agendo, ad esempio, sulle tariffe Inail e sui contributi Inps che “costano alle imprese del terziario oltre 2 miliardi annui in più del dovuto. Il disavanzo di gestione positivo del nostro settore dovrebbe permettere di abbassare i contributi alle imprese che lo generano. Non dovrebbe finanziarne altre. Altrimenti, alla fine, a pagare siamo sempre noi”. Altra proposta riguarda la sanità: “perché non far giocare insieme Sistema sanitario nazionale e Fondi Sanitari?”, ha chiesto Sangalli ribadendo la proposta di riforma già presentata al Governo e alle forze politiche insieme a Confindustria. Il presidente di Confcommercio ha concluso la sua relazione con un forte appello al senso di responsabilità, che “nasce dal sapere di rappresentare una parte essenziale del Paese” ricordando che “i corpi intermedi, quelli che sono vivi e che funzionano, non sono la zavorra di questo Paese”.