Lombardia: casa, approvata la legge di riforma

Milano – Stop alle graduatorie infinite e inique e avvisi pubblici per l’assegnazione rapida degli alloggi; possibilità per i Comuni ad alta tensione abitativa di adottare provvedimenti d’urgenza per la consegna degli alloggi. E poi, istituzione di un sistema di accreditamento, per cui i servizi abitativi potranno essere forniti anche da operatori privati accreditati; un contributo regionale di solidarietà che copre le spese di canone e servizi per i nuclei familiari indigenti, con uno stanziamento triennale di 55 milioni di euro; incentivi urbanistici per realizzare nuovi alloggi da destinare a servizi abitativi pubblici e sociali con l’azzeramento del contributo sul costo di costruzione e la riduzione degli oneri di urbanizzazione. Queste, in sintesi, alcune delle novità più significative introdotte dalla legge sui servizi abitativi, approvata oggi in Consiglio regionale. Tra le altre novità del provvedimento anche la frequenza degli avvisi pubblici (almeno due l’anno) e la piattaforma informatica per la presentazione della richiesta di alloggio: come previsto da un emendamento del relatore Malvezzi, i Comuni, le Aler e gli Enti gestori supporteranno, attraverso un apposito servizio, i soggetti richiedenti nella presentazione delle domande di accesso ai servizi abitativi pubblici. Sono previsti percorsi di presa in carico dei soggetti più deboli attraverso i servizi sociali, con l’obiettivo di seguire da vicino l’evoluzione e le condizioni della persona interessata. I contratti di locazione saranno temporanei e rinnovabili. I controlli sul reddito e sui requisiti di permanenza saranno annuali. Viene introdotta anche la possibilità della risoluzione unilaterale del contratto di locazione da parte del gestore per le false dichiarazioni sui requisiti e le condizioni reddituali degli assegnatari e per la cosiddetta morosità colpevole. Fermo restando l’obbligo dei 5 anni di residenza in Lombardia come requisito obbligatorio per poter richiedere un alloggio pubblico, in caso di parità in graduatoria verranno privilegiati i soggetti con maggiore anzianità di residenza in Regione e nel Comune dove è localizzata l’unità abitativa.