ASMEL: bocciato dal 69% dei Rup il passaggio al digitale

Roma – Cosa pensano i RUP della digitalizzazione del ciclo di vita degli appalti? A dirlo è l’indagine realizzata su circa 1000 Responsabili unici di progetto da NOTO Sondaggi per conto di ASMEL, l’Associazione per la sussidiarietà e modernizzazione degli enti locali che rappresenta oltre 4.400 Comuni in tutt’Italia. Per i 77% degli intervistati la digitalizzazione del ciclo di vita degli appalti rappresenta senza dubbio un’opportunità a patto che i sistemi telematici siano usabili e non comportino appesantimenti procedurali. L’avvio della spinta al digitale, resa possibile grazie al nuovo codice appalti, ha presentato numerosi ritardi negli ultimi quattro mesi. La cosa però non sembra preoccupare l’ANAC, che nonostante le sollecitazioni e difficoltà operative non ha fornito risposte adeguate per il 58% degli intervistati. Per 1 RUP su 2 la digitalizzazione del ciclo di vita degli appalti è importante in tutte le fasi, per il 31% nella fase di affidamento, mentre per il 4% nella fase di progettazione integrata e nel sistema di controllo dell’esecuzione. Il passaggio alla digitalizzazione ha comportato molte insidie, tanto che il 69% dei rispondenti lo ha giudicato un’esperienza negativa a causa delle troppe criticità riscontrate e delle continue modifiche introdotte. Solo l’8% degli intervistati non ha riscontrato criticità. Tra gli adempimenti in scadenza a preoccupare di più gli Enti vi sono in primis le sanzioni al RUP per l’obbligo di trasmissione ad ANAC (57%). L’associazione dei Comuni Asmel ha denunciato le difficoltà delle Stazioni appaltanti con una lettera aperta inviata al Presidente Busia a fine marzo scorso e che ha raggiunto oltre 800 sottoscrizioni. Asmel richiede un incontro proprio per superare le tante difficoltà legate all’avvio del processo di digitalizzatone degli appalti. «I dati del sondaggio sono la conferma che il problema degli appalti digitali non sono di certo i Comuni – sostiene Francesco Pinto, segretario generale di Asmel – nonostante il poco sostegno da parte di ANAC e dell’inadeguatezza del suo sistema centrale, i comuni sono pronti ad accogliere la sfida della digitalizzazione e dell’innovazione ma non possiamo permetterci che lo facciano da soli».