Procreazione Medicalmente Assistita, multidisciplinarità e “strumenti relazionali” che curano
Milano, 17 aprile 2024 – Qual è lo stato della Procreazione Medicalmente Assistita in Italia e quali sono i bisogni anche psicologici delle coppie che si rivolgono ai centri di PMA? Si parlerà anche di questo in occasione del convegno organizzato dal dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca e dai centri di medicina della riproduzione Biogenesi e Eugin, con il patrocinio dell’Ordine degli psicologi della Lombardia e dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Monza e Brianza. Il convegno dal titolo “Procreazione Medicalmente Assistita: multidisciplinarità e strumenti relazionali che curano” si svolgerà il 24 maggio 2024 dalle ore 8.30 alle ore 17.45, sia in presenza che in streaming, presso l’Università di Milano-Bicocca, in Piazza dell’Ateneo Nuovo 1 (Aula Martini, edificio U6, piano -1). L’idea di un congresso, dedicato ai correlati psicologici dell’infertilità di coppia e agli strumenti comunicativi imprescindibili per una reale cura globale, è nata dalla collaborazione tra la prof.ata Chiara Adriana Ripamonti del dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca, il professor Mario Mignini Renzini – responsabile del Centro di Medicina della riproduzione Biogenesi presso gli Istituti Clinici Zucchi di Monza (Gruppo San Donato), di Eugin Milano, in partnership con il centro di PMA della Casa di Cura La Madonnina Milano (Gruppo San Donato), nonché responsabile medico di Eugin Italia – e la dottoressa Francesca Zucchetta psicologa-psicoterapeuta, esperta in tematiche di infertilità di coppia e Procreazione Medicalmente Assistita di Biogenesi e Eugin. L’approccio alla salute riproduttiva delle persone è un tema delicato e complesso, che necessita di un intervento multilivello, in termini di prevenzione e di cura, e di centri di PMA con équipe multidisciplinari. Le coppie si rivolgono ai centri specializzati in una fase di disorientamento e dolore: vengono sottoposte a numerosi accertamenti e sollecitate a modificare il loro stile di vita, al fine di ridurre eventuali fattori di rischio, e a considerare nuove modalità di concepimento. Tutto ciò produce uno stress generale che si traduce in una fatica cognitiva, emotiva e sociale tanto che anche la normativa garantisce la possibilità di accedere a un supporto psicologico. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) considera l’infertilità una patologia e la definisce come l’assenza di concepimento dopo 12-24 mesi di regolari rapporti sessuali mirati non protetti, anche se il periodo può essere anche più breve in caso di età della donna superiore ai 35 anni, momento in cui inizia un sensibile declino della fertilità. In Italia, l’infertilità riguarda circa il 15% delle coppie e può riguardare l’uomo, la donna o entrambi. L’età media delle donne che si rivolgono ai centri di medicina della riproduzione supera i 36 anni e, in oltre il 35% dei casi, le donne hanno più di 40 anni. Ciò comporta una diminuzione sensibile della probabilità di successo, anche con le tecniche di riproduzione assistita. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti.