Oggi apre il Salone del Mobile, in arrivo i cinesi

Salone del Mobile, Milano

Oggi apre il Salone del Mobile, in arrivo i cinesi

Milano – Aspettate a chiamarla «edizione dei record». Siamo italiani e quindi, si sa, siamo scaramantici. Sicuramente è scaramantica la presidente del Salone del Mobile, Maria Porro, che del resto prima di dedicarsi completamente al lavoro nell’azienda di famiglia, produttrici di mobili di alta gamma in Brianza, lavorava nel teatro. Però un po’ di ottimismo anche lei lo lascia trasparire: i dati di biglietteria per la 62esima edizione della più importante fiera internazionale del design – che apre stamattina in fiera Milano a Rho, dove resterà fino a domenica – sono incoraggianti, superiori a quelli dello scorso anno, quando i visitatori superarono quota 307mila. Forse – scrive Il Sole 24 Ore – non arriveranno ai 400mila del 2018, ma non è importante: il mondo è cambiato, in questi anni, sono cambiare le fiere e il modo di fare impresa e vendere i propri prodotti. «Oggi quello che conta è la qualità dei visitatori, non il loro numero», ha ripetuto fino allo sfinimento Maria Porro. E a questo scopo i vertici del Salone hanno girato tutti i continenti negli ultimi mesi, per promuovere la manifestazione sui mercati strategici e con gli operatori che davvero interessano alle imprese italiane: architetti, designer, importatori, rivenditori, developer. Questa mattina avremo il primo verdetto: l’attesa è alta soprattutto per i visitatori dalla Cina, che (stando alle proiezioni ufficiose) potrebbero tornare a essere la componente più numerosa del Salone come prima della pandemia, dopo un’assenza quasi totale di quattro anni. Ma i mercati da cui sono attesi i buyer sono tanti, come tanti sono i mercati in cui le aziende italiane dell’arredamento vendono i propri prodotti: la Francia, prima di tutti, seguita dagli Stati Uniti e dalla Germania, secondo gli ultimi dati diffusi da FederlegnoArredo sull’export, che nel 2023 è diminuito del 3,8% per il settore dell’arredamento (27,8 miliardi di euro, per il 53% generato all’estero), ma che nel 2024 è atteso in forte ripresa (+10% secondo il Monitor di FederlegnoArredo).