Unione europea: verso lo stop agli impianti a gas

Roma – Abbandono graduale delle caldaie «a combustibili fossili» (cioè, il gas) autonome, da completare entro il 2029. Accompagnato dal loro declassamento nelle etichette di performance energetica, tra il 2025 e il 2026. Insieme alla chiusura, a partire dal 2025, di tutte le forme di agevolazione per questo tipo di tecnologie. Mentre la revisione della direttiva Epbd (Energy performance of buildings directive), in discussione in queste settimane al Parlamento europeo, tiene in ansia milioni di proprietari di immobili in tutto il Paese, c’è un ulteriore pezzo di regolazione europea che potrebbe mettere in discussione un altro dei riferimenti più sicuri degli italiani, quando si parla di casa: le caldaie a gas. Con il rischio (non ancora cristallizzato in una norma) che per questi apparecchi arrivi, nel giro di pochi anni, addirittura un divieto di commercializzazione. Tutto parte da RepowerEu, il piano varato dalla Commissione europea per rendere i Paesi membri indipendenti dal gas russo. Un piano che, per la sua natura, prevede linee di indirizzo e non indicazioni immediatamente operative. Tra i vari punti presenti al suo interno, uno viene dedicato alle caldaie autonome alimentate a fonti fossili, per le quali il piano indica il 2029 come data entro la quale chiudere la loro vendita sul mercato. Insieme a questo, l’altra indicazione è di prevedere un’etichettatura energetica più sfavorevole (e, quindi, penalizzante per la vendita) e di tagliare tutte le forme di incentivazione per questi apparecchi, reindirizzandole su altre tecnologie. (…)