Lavoro e formazione: a rischio il futuro delle imprese artigiane

Milano – Il sistema regionale dell’Istruzione e Formazione Professionale (IeFP), che solo in Lombardia registra 77mila studenti iscritti (20% stranieri, 45% donne) riesce a immettere sul mercato del lavoro ogni anno circa 24mila giovani, di fronte ad una domanda di tecnici e artigiani che per il settore, solo nella nostra regione, è pari ad oltre 250mila persone. E non sempre i ragazzi che terminano il percorso formativo, secondo le imprese, risultano pronti per affrontare il mondo del lavoro: un aspetto che contribuisce ad ampliare ulteriormente la forbice del mismatch tra i giovani e le aspettative delle 233.402 aziende artigiane lombarde (e 1.290.000 circa italiane), costringendole a rinunciare ad ulteriori opportunità di sviluppo o semplicemente a non proseguire l’attività. Anche in Lombardia, del resto, sono oramai quasi introvabili gli artigiani dei mestieri tradizionali. Le imprese cercano falegnami, carpentieri, fabbri, idraulici, installatori, sarti e ricamatori, elettricisti, saldatori, orafi, riparatori, muratori, tappezzieri, meccanici, panettieri, autisti, esperti di trasformazione alimentare, calzolai, vetrai, parrucchieri, ottici… Ed è fortissima anche la richiesta di addetti alla logistica e all’ospitalità, come è elevata la ricerca di artigiani 4.0, capaci di unire tecnologia, digitalizzazione e creatività, e di giovani competenti e appassionati ai temi della sostenibilità e alle energie rinnovabili applicati alla micro e piccola impresa. Una domanda, in questo caso, solo in parte placata dallo sviluppo dei nuovi ITS. Alle imprese artigiane più fortunate servono almeno 6 mesi per trovare i giovani disponibili e ritenuti sufficientemente preparati, senza parlare del tempo e delle energie investite per la formazione sul campo. “Qualunque cambio di rotta proveremo a definire a partire da oggi, avrà bisogno di almeno 6/7 anni per garantire i primi risultati utili ma il sistema artigiano non ha più tempo – commenta Stefano Fugazza, presidente di Unione Artigiani Milano e Monza-Brianza – le nostre imprese sono agli ultimi minuti dei tempi supplementari: non c’è più ricambio generazionale, i titolari sono sempre più anziani, i giovani imprenditori artigiani under 30 sono calati in Italia del 40% negli ultimi cinque anni. Eppure, si tratta di mestieri anche ben pagati e che offrono grandi opportunità, forse ancora troppo poco conosciute. Il risultato è che oggi i centri di formazione non riescono a conquistare le nuove generazioni”. Osserva Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi: “Il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro penalizza i nostri giovani e danneggia l’economia. Si stima che ogni anno in Lombardia manchino per le necessità delle imprese circa 40 mila lavoratori. É, dunque, urgente rilanciare un’alleanza tra mondo della formazione, sistema imprenditoriale e istituzioni. A questo proposito ricordo l’esperienza dell’Istruzione e formazione professionale (IeFP), in Lombardia, che ha ottenuto ottimi risultati coinvolgendo migliaia di imprese”. “Guardando ai contesti lavorativi e ai fabbisogni emergenti si conferma sempre più l’efficacia della modalità “duale” di erogazione e fruizione di percorsi di formazione – osserva Mattia Dolci Executive Vicepresidente di PTSCLAS, che ha curato una ricerca in preparazione al convegno – perché garantisce raccordo organico e continuo tra formazione e mondo del lavoro: tramite forme di progettazione condivisa è possibile, infatti, acquisire competenze e conoscenze nei luoghi di lavoro, in modo complementare a quelle raggiunte all’interno dei soli contesti formativi (scuola, enti di formazione e università) anche con l’obiettivo di favorire l’inserimento nel mercato del lavoro dei giovani, e per rafforzare l’efficacia dei percorsi di re-skilling per gli adulti”. “In Lombardia la IeFP – parte strutturale del sistema nazionale gestito dalla Regione – coinvolge circa 77.000 studenti che scelgono i percorsi professionalizzanti dopo la terza media – interviene Diego Montrone, Presidente AEF Lombardia (Associazione Enti di Formazione) – Il tessuto imprenditoriale e produttivo manifesta ripetuti riconoscimenti e disponibilità a cooperare con la formazione professionale. Bisogna puntare a valorizzare questo sistema che ha dimostrato di essere attrattivo e di funzionare creando reali opportunità professionali per tanti giovani”. Con il convegno di oggi “Formazione Professionale e imprese: un muro da abbattere” Unione Artigiani / CLAAI ha presentato a tutta la filiera formativa – rappresentata dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, dall’Assessore lombardo al Lavoro Simona Tironi, insieme ai CFP e agli esperti del settore – 10 iniziative per imprimere una svolta: 1) dare finalmente vita alla Dorsale Unica Informativa nazionale tra le scuole e tra le scuole e il mondo del lavoro. Potrà essere una prima soluzione la nuova piattaforma digitale nazionale SIISL che punterà a mettere in rete centri per l’impiego, imprese, mondo della formazione, domanda e offerta di lavoro, con tutti i dati aggiornati anche sulle competenze dei lavoratori 2) una grande campagna nazionale e nei singoli territori dedicata alla promozione dei mestieri tecnici e artigiani, rivolta ai ragazzi più giovani. Bisogna investire fin dalle elementari per combattere gli stereotipi: occorre cancellare una volta per tutte lo stigma che accompagna la formazione professionale, vogliamo la valorizzazione della manualità! Per uomini e donne! 3) un’analoga campagna informativa rivolta anche alle famiglie dei ragazzi delle scuole medie sulle opportunità che il nostro settore può offrire 4) momenti di incontro tra i ragazzi, inclusi i neet e le imprese del territorio, con i maestri artigiani e i tutor aziendali 5) nuove passerelle per rendere più flessibile il passaggio degli studenti da un percorso formativo all’altro 6) favorire attraverso i CFP il re-skilling e la formazione continua per gli adulti e comunque per i lavoratori esclusi/espulsi dal mercato del lavoro 7) defiscalizzare almeno in parte i contributi delle imprese che sostengono i centri di formazione. Questo già accade per gli ITS, si può trovare un modo anche per i CFP. 8) uniformare, in nome della qualità del lavoro, procedure e standard minimi di qualità della formazione in tutte le regioni. Già oggi chi si è formato in una regione, non ha la stessa tipologia di competenze di coloro che si sono formati in un’altra, a volte non può lavorare in una regione diversa da quelle nella quale si è formato. Questa situazione non aiuta il sistema Italia, non è la tipologia di federalismo che agevola le imprese e i lavoratori 9) offrire, attraverso i percorsi previsti dalla normativa, l’inserimento nel mercato del lavoro italiano ai cittadini extracomunitari che vengono formati nei loro paesi d’origine grazie all’impegno e alla professionalità del mondo della formazione e della cooperazione italiana, spesso con l’utilizzo di risorse pubbliche 10) semplificare la gestione burocratica dei CFP anche in vista dell’atteso boom di nuovi iscritti di ogni età ed esperienza inclusi i NEET, indotto dall’obbligo di formazione previsto dalla nuova normativa sul reddito di inclusione. Risultano iscritti in un centro formativo lombardo e inserito nei percorsi duali globalmente 77mila dei 157mila studenti impegnati in Italia in un piano di Istruzione e Formazione professionale (IeFP), divisi in circa 2800 corsi erogati. In Lombardia, sono inoltre operative 25 ITS Academy, con ben 253 progetti formativi attivi e 6018 studenti iscritti, il 30% degli allievi degli ITS di tutta Italia. Il sistema artigiano accoglie con favore la nascita di un indirizzo liceale incentrato sul “Made in Italy” che ha l’ambizione di formare una nuova generazione di giovani più consapevoli delle dinamiche relative alle micro e piccole imprese, dei processi produttivi e con maggiori competenze linguistiche e digitali. Occorre affiancare a questo progetto un ulteriore sforzo per informare i ragazzi delle grandi opportunità rappresentate dai mestieri artigiani tradizionali e nuovi e che garantiscono occupazione certa e reddito. Gli Istituti Professionali sono scuole di competenza statale che forniscono una preparazione tecnica e professionale adeguata ad accedere a diverse attività lavorative. La durata del corso di studi è di 5 anni, al termine dei quali si consegue il diploma di istruzione superiore: con questo titolo è possibile accedere a tutte le facoltà universitarie oppure inserirsi direttamente nel mondo del lavoro. Come gli Istituti Tecnici, gli Istituti Professionali garantiscono sia una formazione culturale generale sia una preparazione tecnica e professionale adeguata: tuttavia, la formazione professionale offerta dagli Istituti Professionali è più specializzata e viene approfondita tramite attività pratiche e di laboratorio. L’ultimo anno di studi, inoltre, prevede lo svolgimento di un tirocinio in azienda. Centri di Formazione Professionale (CFP) I Centri di Formazione Professionale sono istituzioni formative di competenza regionale. Si tratta di Enti di formazione accreditati presso le Regioni ad erogare percorsi formativi di IeFP, che permettono un inserimento rapido nel mondo del lavoro. La durata dei percorsi di studi è di 4 anni (Diploma di Tecnico) con possibilità di acquisire la Qualifica professionale alla fine del 3° anno. In Lombardia è possibile accedere a un 5° anno integrativo per proseguire gli studi. La Iefp si fonda su Repertorio Nazionale strutturato per competenze, periodicamente aggiornato, e garantisce una formazione culturale di base, a cui si unisce un carattere orientato alle competenze tecnico professionali, che vengono approfondite tramite attività in laboratorio. È inoltre obbligatoria una parte di formazione in azienda (tirocinio e alternanza scuola lavoro) per avvicinare gli studenti al mondo del lavoro. Gli ITS sono percorsi di formazione terziaria non accademica, scuole di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica che permettono di conseguire il titolo di tecnico superiore. L’offerta formativa ITS è programmata a livello regionale. Gli attuali percorsi ITS rientrano in 6 aree tecnologiche (D.P.C.M. 25 gennaio 2008), con relative figure nazionali di riferimento: Efficienza energetica; Mobilità sostenibile; Nuove tecnologie della vita; Nuove tecnologie per il made in Italy (Servizi alle imprese, Sistema agro-alimentare, Sistema casa, Sistema meccanica, Sistema moda); Tecnologie dell’informazione e della comunicazione; Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali – Turismo. Nuove aree professionali sono in via di definizione, sulla base di quanto stabilito dalla Legge 99/2022. Gli ITS Academy devono costituirsi come Fondazione di partecipazione. Ai sensi della Legge 99/2022, i soggetti fondatori delle fondazioni ITS Academy, sono: – almeno un istituto di scuola secondaria di secondo grado, statale o paritaria – una struttura formativa accreditata dalla regione – una o più imprese, gruppi, consorzi e reti di imprese – un’università, o un’istituzione dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, o un dipartimento universitario o un altro organismo appartenente al sistema universitario della ricerca scientifica e tecnologica.