Lavoro: nel 2021 il 63% degli stage si è trasformato in occupazioni stabili

Milano – Domani, 24 giugno, ricorrono 25 anni dello stage, introdotto il 24 giugno 1997 con la legge 196 (Pacchetto Treu).

Venticinque lunghi anni che hanno determinato grandi cambiamenti nell’approccio al mondo del lavoro. Dall’adozione dello strumento del tirocinio, a favore dell’apprendimento e della formazione dei più giovani, finalizzata all’ingresso nel mondo del lavoro, molte cose sono mutate.

Il tirocinio è uno strumento molto efficace per connettere chi cerca lavoro e chi lo offre, è una porta aperta che facilita i giovani nell’accesso al mondo del lavoro.

Basti pensare che nel 2021 il 63% degli stage si sono trasformati in occupazioni stabili (nel 2011 solo il 30% dei tirocinanti ha tramutato il tirocinio in occupazione) e il 53% di questi in contratti di apprendistato. Si denota, inoltre, che inizialmente, la forma del contratto a tempo determinato era privilegiata, mentre negli ultimi anni si è assistito a una crescita della forma del contratto di apprendistato*.

Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Anpal, infatti, dal 2014 a oggi sono stati svolti quasi 2 milioni e 115 mila stage. Questo è un dato che avvalora ulteriormente l’importanza del tirocinio come strumento essenziale per iniziare una carriera professionale.

In occasione dell’anniversario dei 25 anni GIDP e JobFarm hanno organizzato, oggi giovedì 23 giugno, un evento per fare una panoramica sullo stage, sul futuro di questo strumento e sui cambiamenti previsti alla luce della nuova legge di Bilancio (comma 721, Legge 234/2021), presentando i dati dell’analisi condotta dallo Sportello Stage di JobFarm.

 

 

Marina Verderajme, Presidente Nazionale di GIDP/HRDA, dichiara: “Negli ultimi 25 anni abbiamo assistito ad una notevole evoluzione dei processi di inserimento nel mondo del lavoro e si sono raggiunti grandi risultati in termini occupazionali. Il tirocinio rappresenta sempre più uno strumento imprescindibile per acquisire le giuste competenze che il complesso mondo del lavoro di oggi richiede”.

Andando sul concreto gli organizzatori hanno voluto portare esempi e pensieri di alcune realtà imprenditoriali italiane che utilizzano questo strumento quale forma privilegiata per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro: Nestlé, Danone, BTicino.

“Il Gruppo Nestlé è da sempre in prima fila nel promuovere iniziative per valorizzare il talento e le idee delle nuove generazioni. Un impegno che ruota attorno al progetto Nestlé Needs YOUth, lanciato a livello globale nel 2013, con l’obiettivo di dare accesso a opportunità economiche a 10 milioni di giovani in tutto il mondo entro il 2030. Anche in Italia abbiamo deciso di fare la nostra parte offrendo, entro il 2025, 1450 assunzioni dirette e 1400 stage”, – ha dichiarato Laura Perla, Talent Acquisition Manager Gruppo Nestlé in Italia – “Proprio lo stage rappresenta un momento molto importante nel percorso di formazione e orientamento professionale. In Nestlé ci assicuriamo di fornire le opportunità e il sostegno necessari per far esprimere il pieno potenziale di un talento in un luogo di lavoro dove ci si senta valorizzati. Questo costante impegno ci ha permesso di avere uno scambio continuo con i giovani per rendere lo stage in Nestlé un’esperienza formativa per il loro futuro”.

Veronica De Sanctis – Danone, HR Business Partner & Talent Acquisition Lead, dichiara: “Lo stage per Danone è il primo passo per costruire il proprio percorso di crescita, un momento importante che allena la persona a quelle che saranno le sfide professionali future. È un’esperienza che valorizza il contributo originale di ognuno e che permette di mettersi in gioco, comprendere al meglio le proprie aspirazioni, sperimentando ogni giorno la propria creatività. Da alcuni anni in Danone, in linea con la nostra politica di inclusione, abbiamo firmato un accordo di secondo livello con le Parti Sociali riconoscendo il Welfare anche alle persone che svolgono lo stage”.

Lucio Tubaro – BTicino, Direttore Risorse Umane, aggiunge: “Lo stage a mio avviso è un ottimo strumento, se gestito correttamente, sia per gli studenti a fine percorso/neolaureati, sia per le aziende. I tirocini formativi strutturati e seri orientano gli stagiaire verso il mondo del lavoro, permettendo loro di acquisire una prima visione per potersi poi inserire più efficacemente e rapidamente in un’opportunità professionale nella stessa o in altre aziende. Lo dico avendo vissuto io stesso positivamente un’esperienza di stage all’inizio del mio percorso di carriera e avendo anche gestito nei venti anni successivi decine di tirocini in qualità di HR manager. Allo stesso tempo gli stage offrono alle aziende un’opportunità di incentivare il proprio employer branding sul mercato e anche di offrire la possibilità di un’esperienza costruttiva ai propri collaboratori che si cimentano nel ruolo di tutor”.

Gli anni ci hanno dunque fatto capire come il tirocinio sia uno strumento ottimo e si può forse dire insostituibile per collegare il mondo dei giovani a quello del lavoro che spesso non hanno una comunicazione fluida e continuativa. Nel tempo, inoltre, ha avuto una crescita esponenziale: dal 2011 al 2021 siamo infatti passati da circa 7mila a più di 13mila stage attivati, nello specifico nel 2021 sono stati 13.326*.

Massimo Gaudina, Direttore della Rappresentanza a Milano della Commissione Europea commenta così: “Lo stage è un trampolino di lancio per la vita lavorativa. Per questo la Commissione europea offre opportunità come il tirocinio “Blue Book”, straordinaria occasione per scoprire dall’interno le istituzioni europee, e promuove azioni per l’occupazione e la crescita professionale come la European Skills Agenda e l’Alleanza europea per l’apprendistato.

Il primo vantaggio che offre il tirocinio è la possibilità di apprendere maggiori conoscenze in termini di esperienze e l’opportunità di conoscere una nuova cultura aziendale. Questo comporta, oltre a costruire il proprio bagaglio lavorativo, anche un maggior entusiasmo nello svolgimento delle mansioni assegnate.

“Come Regione Lombardia cerchiamo di essere di aiuto fattivo alle aziende sul territorio e in questo senso gli stage, tecnicamente chiamati tirocini extra-curriculari, rappresentano un momento fondamentale per la preparazione dei ragazzi ad una professione. Il collegamento tra le scuole (professionali e non) e le aziende è una occasione d’oro che va assolutamente sostenuta ed incrementata. I ragazzi devono avere l’occasione di completare e concretizzare il percorso scolastico con una esperienza sul campo, anche per capire quale professione è effettivamente nelle loro corde.

C’è un significativo +140% di iscrizioni agli ITS che, coadiuvati da opportuni stage, mi auguro possano venire in aiuto alle aziende che oggi sono in estrema difficoltà nel reperire figure professionali”, dichiara Gianmarco Senna, Presidente IV Commissione.

La valutazione di questo strumento da parte degli stagisti è per la maggioranza dei casi positiva. Per esempio, nel 2021 il 98% dei tirocinanti ha valutato positivamente la propria esperienza. Il dato, negli anni, è in costante crescita (nel 2011 95,2%, nel 2012 95,6%, nel 2013 96,5% … nel 2021 98%)*.

Interessante appare anche esaminare il tasso di inserimento a 6 mesi dal termine dell’esperienza per tipo di professione: prevalgono i conduttori di impianti, operai di macchinari fissi e mobili e conducenti di veicoli (61,8%), segue chi svolge professioni tecniche (59,1%), professionisti intellettuali, scientifici e di elevata specializzazione (57,4%), professionisti qualificati nelle attività commerciali e nei servizi (55,2 %), artigiani, operai specializzati e agricoltori (54,8%), impiegati d’ufficio (54,3%), chiudono coloro che svolgono professioni non qualificate (33,6%). Fonte Osservatorio Nazionale Anpal.

“Tutti i dati presentati e le esperienze di tre importanti realtà italiane sono lì a dimostrare quanto sia fondamentale continuare a sostenere lo stage, che rappresenta un’ottima opportunità complessiva. È altresì importante migliorare alcuni aspetti, non da ultimo aumentare la tutela dei tirocinanti ed evitare che qualche datore di lavoro usi impropriamente tale strumento”. Conclude la Verderajme, “Sicuramente le norme contenute nella legge di Bilancio, relative alla circoscrizione degli stage extracurricolari solamente ai soggetti con difficoltà di inclusione sociale, arrecherebbero un grave danno ai giovani che cercano di farsi strada nel mondo del lavoro”.