Milano – Assolombarda ha presentato, oggi, la seconda edizione di “Your Next Milano”, il rapporto promosso dall’Associazione con Milano & Partners e incardinato, quest’anno, sul tema “Milano: ripartenza e performance nel confronto internazionale nel confronto internazionale: performance, attrattività e reputazione”. Un’analisi annuale dell’attrattività e della competitività della città, che fa anche il punto sulle prospettive dell’economia e del lavoro nel confronto con altre aree urbane globali. Il report – illustrato all’auditorium “Giorgio Squinzi” dal direttore del Centro Studi, Valeria Negri, dopo il saluto di apertura del vicepresidente di Assolombarda, Giuseppe Notarnicola – conduce un’analisi dettagliata dei trend 2021, concentrandosi sulle performance di Milano e sulle sfide che, nei prossimi anni, la riguarderanno. Dati e informazioni che, di fatto, vengono presentati agli stakeholder del territorio e, in particolare, a coloro che, a vario titolo, sono chiamati a guidare Milano e a occuparsi del suo sviluppo. Se la prima edizione del rapporto ha misurato l’impatto della pandemia sul tessuto economico e sociale del territorio, il rapporto 2022 s’è concentrato sulla fase di ripresa, con un focus sulla dinamicità e sulla competitività di Milano. Tre sono le variabili analizzate nel quadro dell’attività di ricerca: percezione, attrattività, economia. Sono dieci, invece, i grandi centri urbani internazionali scelti per effettuare una analisi comparativa: si tratta di Amsterdam, Barcellona, Berlino, Chicago, Londra, Monaco, New York, Parigi, San Francisco e Tokyo. Realtà che, come il capoluogo lombardo, pur con identità e vocazioni diverse, risultano rilevanti nel network economico globale. In tema di percezione Milano risulta, a livello globale, una città “risonante” al pari delle principali capitali politiche. Appare, del resto, in 27 dei 33 principali ranking globali (più di quanto accadesse prima dell’avvento della pandemia), risultando, così, la ventunesima realtà più “attenzionata” delle 719 considerate nel complesso delle classifiche. Pur comparendo in numerosi ranking, però, il suo posizionamento nelle 33 graduatorie considerate è ancora distante da quello rilevato nell’analisi di altri benchmark: la città, infatti, risulta mediamente al 98° posto. Un chiaro punto di debolezza riguarda la voce “congestione e qualità della vita” (Milano è 331°) ma sono stati rilevati anche ampi margini di miglioramento in tema di “ecosistema innovazione” (48°), “hub talenti” (52°) e “attenzione a green e smartness” (91°). Ma non solo: il rapporto stabilisce che Milano sia, allo stesso tempo, una “meta turistica e per eventi sportivi” (è 14°, davanti a Amsterdam e San Francisco), un “place for business” (21°, davanti a Monaco e Berlino) e un “nodo nelle reti globali” (31°, davanti a Monaco, Barcellona e Berlino). Una indicazione di buon auspicio per il prossimo futuro che fa il paio con una ulteriore novità che proviene dalle ricerche effettuate sul principale motore di ricerca: Milano infatti è, tra i benchmark, la sesta città più popolare su Google, collocandosi davanti a Barcellona, Monaco e San Francisco e a capitali come Amsterdam e Tokyo. Anche il livello di attrattività, ovvero la capacità del territorio di rispondere alla domanda e alle esigenze degli stakeholder, è stato “fotografato” dal rapporto. E le indicazioni che sono emerse sono anch’esse significative. La città, pur continuando a essere distante dai livelli di molti dei benchmark, conferma la positiva progressione nel confronto internazionale. Basti pensare a un dato che riguarda le imprese: nel 2021, Milano ha attratto 69 investimenti esteri “greenfield”; un dato in aumento rispetto ai 52 nel 2020 e alla media annua di 53 progetti nel triennio 2017-2019. Tuttavia, resta consistente il ritardo nella quantità di investimenti attratti da benchmark più performanti: i 69 “greenfield” citati collocano Milano davanti a San Francisco (45) e a Chicago (41) ma, comunque, dietro a Barcellona (117), ad Amsterdam (112), a Parigi (137), a New York (170), a Berlino (179) e a Londra (339). “Your Next Milano” certifica, inoltre, che cresce la presenza di studenti dall’estero: sono più di 15mila i giovani universitari che frequentano gli 8 atenei della Città metropolitana. Rappresentano il 6,7% del totale degli studenti nell’anno accademico 2020-2021. Una quota superiore al 6,1% del 2019 e paragonabile al dato di Barcellona, ma decisamente più bassa del 30% circa di Londra e New York e della forbice che oscilla tra il 15% e il 20% registrata a Berlino, Monaco, Parigi, San Francisco e Amsterdam. Una ulteriore tendenza incoraggiante, ma ancora ben lontana dai livelli pre-Covid, riguarda, infine, l’attrattività turistica: nel 2021 (ma anche nei primi mesi del 2022) Milano ha dimostrato di essersi ripresa più velocemente rispetto a molte altre città internazionali dopo la “battuta d’arresto” occorsa nel 2020. Nel 2021, infatti, la città ha accolto 3,1 milioni di visitatori: un numero più elevato degli 1,9 milioni nel 2020 ma ancora notevolmente lontano dal record registrato nel 2019 (8 milioni di turisti). L’accelerazione nei primi mesi del 2022 ha però permesso l’avvicinamento ai livelli pre-Covid (-9% gli arrivi nella Città metropolitana a maggio 2022 su maggio 2019, -3% nel solo Comune). La terza variabile di performance analizzata dal rapporto del Centro Studi di Assolombarda, l’economia, fornisce un quadro chiaro della capacità delle aree urbane di generare valore in termini di ricchezza e di lavoro. Mentre nel 2020 tutte le città globali hanno accusato, in generale, una fase di recessione a causa della pandemia (-6,7% il valore aggiunto a Milano), nel 2021 si è verificato un significativo balzo in avanti (+6,4% a Milano). Solo New York e Chicago sono, però, riuscite, in un solo anno, a eguagliare i livelli di PIL del 2019. Il documento s’è soffermato anche sul tasso di disoccupazione: se nel 2020, a Milano, come anche a Parigi, Monaco, Berlino, era rimasto invariato – attestandosi al 5,9% – nel 2021 è stata, invece, rilevata una crescita (6,5%). Una circostanza che dimostra quanto ancora pesi il divario aperto dalla pandemia. Sul versante economico, pur in un contesto di elevate volatilità e incertezza, comunque, il PIL di Milano alla fine del 2022 è atteso superare il 2019 (+2,2%), attestandosi nel 2023 a +4,8%. In questa cornice, si prevede che l’occupazione possa riallinearsi al dato pre-Covid nel 2022, registrando poi un +2,3% nel 2023. A complemento dell’analisi della performance competitiva, “Your Next Milano” offre una lettura approfondita dei piani strategici pubblicati da alcuni grandi centri urbani (Amsterdam, Barcellona, Berlino, Chicago, Londra e Parigi) come reazione alla pandemia. Pur con approcci diversi legati alle specifiche vocazioni dei territori, i documenti considerano alcune direttrici comuni di sviluppo urbano nel lungo termine: digitalizzazione, sostenibilità ambientale e inclusione sociale. “I dati di ‘Your Next Milano’ confermano che la città ha, sicuramente, imboccato la strada per superare la crisi, ma occorre fare di più, a livello di sistema, per recuperare le performance del pre-Covid e, allo stesso tempo, per crescere ulteriormente nel confronto con i benchmark internazionali – ha dichiarato il Presidente di Assolombarda, Alessandro Spada -. La priorità attuale è quella di rendere finalmente la Città Metropolitana uno snodo istituzionale strategico per il nostro territorio, anche in vista della messa a terra del PNRR. Purtroppo, da troppo tempo ci sono delle criticità: l’Ente oggi costituisce un progetto incompiuto dal punto di vista funzionale e organizzativo. Ora è necessario correre ai ripari con un provvedimento speciale che consenta a Milano di continuare a essere locomotiva del Paese. In quest’ottica, è fondamentale velocizzare la fase decisionale dei progetti strategici e diminuire il livello di burocrazia, in linea con le altre città europee, sia in vista delle risorse del PNRR che del completamento delle opere di Milano Cortina 2026. Occorre remare tutti nella stessa direzione: Istituzioni, Università, imprese e società civile in pieno stile ambrosiano. Questa comunione di intenti, del resto, è richiamata dai piani strategici promossi da alcuni grandi centri urbani per traguardare le transizioni in atto nell’era del post-Covid. È più che mai necessario considerare questa crisi come un catalizzatore di ambizioni e un acceleratore di cambiamenti. Solo in questo modo riusciremo, nei prossimi anni, a documentare un considerevole balzo in avanti nelle classifiche e a proiettare, sempre di più Milano sullo scenario competitivo internazionale”. “Attraverso lo studio promosso da Assolombarda e Milano&Partners, questa edizione di ‘Your Next Milano’ offre numerosi spunti di riflessione, dai quali partire per progettare la Milano di domani – ha commentato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala -. Milano è una città internazionale e dinamica, che deve aspirare a diventare un benchmark globale. Molti sono gli ambiti in cui l’azione va potenziata, come emerge dal confronto con alcune delle capitali e delle principali metropoli del mondo prese in esame. Turismo ed eventi sportivi, soprattutto guardando all’importante appuntamento delle Olimpiadi invernali del 2026, sono degli asset strategici per la crescita della reputazione della città. Oltre a questo, Milano dovrà continuare a crescere sulla capacità di attrarre investimenti esteri, di richiamare studenti stranieri, di sviluppare progetti sostenibili a livello economico, sociale e ambientale. Il Comune farà la sua parte perché la ripresa e la crescita, dopo le pesanti conseguenze della pandemia, avvengano in maniera inclusiva ed equa”. Dopo la presentazione del rapporto, è stato avviato un dibattito moderato da Barbara Stefanelli. Il vicedirettore del Corriere della Sera ha dialogato con Martina Riva (Assessora allo Sport, Turismo e Politiche Giovanili del Comune di Milano), Carlo Ratti (architetto e direttore del “Senseable City Lab” del MIT), Gianmario Verona (rettore Università Bocconi), Manfredi Catella (founder & chief cxecutive officer Coima), Monica Poggio (amministratore Delegato Bayer), Stefano Rebattoni (amministratore delegato IBM Italia) e Lorenzo Wittum (amministratore delegato Astrazeneca Italia).