Brunetta: voto 7 agli statali, smart working ibrido funziona

RENATO BRUNETTA FI

Brunetta: voto 7 agli statali, smart working ibrido funziona

Roma – Ai dipendenti pubblici, come voto, “darei un bel 7, con una menzione al grande potere di resilienza dimostrato. Nei momenti difficili noi italiani diamo il meglio di noi stessi. Come adesso, con la generosità dimostrata nell’accoglienza dei profughi dell’Ucraina. Questo è il nostro grande cuore, il grande capitale umano del Paese”. Lo ha detto il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, intervenendo all’evento “Capitale umano per il cambiamento sostenibile” promosso da “L’Economia” del Corriere della Sera Sollecitato sul rientro al lavoro in presenza dei dipendenti pubblici, il ministro ha risposto: “Non abbiamo registrato alcuna difficoltà. Facendo per tempo la scelta di regolare il lavoro agile, di garantire flessibilità e responsabilizzazione, abbiamo superato l’ondata di Omicron 1. È bastata una circolare. Per il futuro, si sta andando verso l’ibridazione per i cosiddetti lavori ‘smartabili’, con una prevalenza in presenza e una parte della settimana lavorativa da remoto, di comune accordo tra lavoratore e datore, purché il lavoro agile sia contrattualizzato e svolto con piattaforma e device sicuri. Questo modello sta funzionando, nel pubblico e nel privato”. “Il Pnrr si basa sull’efficienza della Pubblica amministrazione. Se non funzionerà, se la capacità amministrativa non sarà rafforzata a sufficienza, i bandi andranno deserti e sarà difficile la messa a terra dei progetti. Ha ragione chi mi dice che riformare la Pa è la missione più complicata: ci stiamo mettendo tantissima buona volontà e molte innovazioni”, ha detto Renato Brunetta. “Abbiamo già varato molte semplificazioni in settori chiave – ha continuato il ministro -. Entro il 2026 arriveremo a semplificare, cancellare o reingegnerizzare 600 procedure complesse in tutti i settori, quelle che pesano sulla vita di cittadini, famiglie e imprese. Capitale umano e semplificazioni sono i prerequisiti per digitalizzare e per garantire l’interoperabilità delle banche dati. Tutto va fatto in parallelo, non in sequenza”.