Confesercenti: no green pass in libreria

Confesercenti: no green pass in libreria

Roma – Depennare le librerie dall’elenco di luoghi in cui si entra con il green pass. Questo l’appello che Cristina Giussani, presidente del sindacato italiano librai Confesercenti lancia al Governo a tutela delle librerie e cartolibrerie del paese, “provate dall’assenza di clienti, molti scoraggiati dalla paura dei contagi, dall’assenza di turisti nelle città d’arte e dalla sempre più imperversante concorrenza dell’on line”.Il Green pass – spiega Giussani – sarebbe “un ulteriore onere e potrebbe diventare un deterrente all’acquisto fisico e avvantaggiare ancora più le grandi piattaforme on line”, che teme “un ulteriore stop ad una ripresa a singhiozzo che ha costretto molti di noi alla chiusura”.  “Molti nostri associati gestiscono la libreria da soli o con un’altra persona al massimo – sottolinea Giussani – e dover aggiungere l’attività di controllo non semplifica il lavoro. La proposta del Mise che esentava le librerie da questo obbligo andava nella giusta direzione. Meglio sarebbe se i controlli fossero fatti a campione. Nessuno di noi vuole un nuovo lockdown – afferma – ed ognuno di noi è disposto a fare tutto il possibile per tornare in una situazione di normalità ed uscire da questa crisi, che ora è anche economica, però chiedere un nuovo sforzo alle librerie ci sembra davvero eccessivo. Nel caso si proseguisse con l’introduzione del certificato verde per gli acquisti in libreria chiediamo venga tolto il numero minimo di presenze nei negozi. Nessuno di noi mai permetterebbe un affollamento all’interno del proprio esercizio: siamo sempre stati, e sempre saremo, responsabili e sostenitori della salute prima di tutto”. “Noi siamo contrari alla misura, ma se dovremo controllare – conclude Giussani – quanto meno chiediamo di essere esonerati da un eventuale provvedimento sanzionatorio per assenza di possesso del green pass di un cliente. Non possiamo svolgere un compito di agenti di pubblica sicurezza e quindi eventuali responsabilità non possono ricadere sull’esercente”.