CGIL CISL UIL Bergamo: riforma sanitaria regionale da migliorare

CGIL CISL UIL Bergamo: riforma sanitaria regionale da migliorare

Bergamo – “Ora o mai più…. Le nostre priorità per migliorare la sanità nel territorio, così come quelle di altre agenzie e organizzazioni, devono trovare rispondenza negli atti e nelle decisioni della Regione nel deliberare la riforma socio sanitaria. Speriamo che le decisioni non le prendano le lobby”. CGIL CISL UIL Bergamo le proposte le hanno messe nere su bianco in un documento utile a sollecitare e tener vivo il confronto con Regione Lombardia in merito alla bozza di riforma sanitaria avviata dalla giunta Fontana. Una qualificata e capillare presenza delle case della comunità in grado di garantire e promuovere la piena integrazione dei servizi sociali e socio sanitari. La reale partecipazione dei sindaci bergamaschi nel governo della salute territoriale in risposta ai bisogni di prossimità dei cittadini. Una politica di incremento e formazione del personale medico e sanitario al fine di corrispondere efficacemente alla crescita della domanda di salute. Su queste basi si muoverà l’azione del sindacato confederale, per consentire alla riforma sanitaria di poter realmente incidere sulla situazione socio-sanitaria della provincia all’uscita della pandemia degli ultimi due anni. “La nostra costituzione stabilisce che la repubblica tuteli la salute di ogni individuo – hanno sottolineato durante la conferenza stampa di questa mattina Orazio Amboni, Mario Gatti e Angelo Nozza, che per CGIL CISL UIL seguono la trattativa -. La pandemia ha messo in evidenza tutte le debolezze del nostro sistema sanitario e socio sanitario regionale, con gravi ricadute sui cittadini, a partire dalle fasce più deboli e vulnerabili. Siamo convinti sia necessario un ripensamento profondo del nostro servizio sanitario regionale, in grado di rispondere alle necessità nate prima, durante e dopo la pandemia”. Oggi, dicono i sindacati, non esiste una vera libertà di scelta circa la possibilità di cura. “Le strutture pubbliche hanno una lunga lista di attesa e questo obbliga il cittadino che può permetterselo a rivolgersi al privato o alla livera professione. Non è corretto sostenere che strutture pubbliche e strutture private possano essere equiparate: hanno regole e controlli completamente differenti, a partire dal fatto che il privato può permettersi di scegliere solo quanto sia più remunerabile, mentre il pubblico ha l’obbligo di erogare ogni servizio possibile. È necessario che il servizio pubblico sia potenziato per rispondere velocemente e efficacemente alle richieste dei cittadini”. Per oltre vent’anni, le strutture competenti hanno investito ogni risorsa disponibile esclusivamente sugli ospedali, dimenticando i servizi territoriali. “Una scelta che la pandemia ha dimostrato quanto fosse profondamente sbagliata. Per recuperare il tempo perduto, sarà necessario ripartire dai Distretti, potenziare l’assistenza domiciliare e investire su luoghi di prossimità dove sia possibile incontrare professionisti in grado di riconoscere e soddisfare i bisogni della comunità”. Per CGIL CISL UIL orobiche bisogna potenziare organizzazione e personale in servizio nei dipartimenti di prevenzione, per garantire salute e sicurezza di tutti i cittadini in ogni ambiente di vita e lavoro. Inoltre, chi programma e chi eroga servizi non va separato. “La configurazione data a ATS e ASST ha solo determinato confusione sulle specifiche responsabilità, oltre che risposte scoordinate ai bisogni di salute. Il sistema dei servizi socio-sanitari della Regione va rafforzato ampliando l’offerta pubblica. Noi crediamo che l’organizzazione delle RSA vada ripensata con l’obiettivo di avere cura e chi ci vive e di chi ci lavora. Regione riconosca alle strutture le risorse destinate all’assistenza sanitaria”. Infine, concludono i sindacalisti, serve un grande investimento sul personale a servizio della salute, valorizzarne le professionalità e le competenze. “Senza risorse certe e adeguate nessuna riforma può avere esiti concreti”.

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