Domenico Zonin svela il segreto del Prosek veneto

Domenico Zonin svela il segreto del Prosek veneto

Venezia – Un’incisione in rame, una mappa del 1585. Dove la città triestina di Prosecco è chiamata Prosek perché a quel tempo il Friuli Venezia Giulia era sotto la dominazione asburgica e i nomi venivano riadattati alla lingua del sovrano. È questo l’asso di briscola – scrive il Sole 24 Ore – della documentazione che la task force italiana ha appena terminato di preparare per difendere a Bruxelles il Prosecco dalle pretese di riconoscimento del Prosek croato. Ed era una carta che è stato possibile giocare grazie al contributo della famiglia Zonin, che tra i cimeli storici di famiglia aveva proprio un documento così cruciale: “Siamo felici di aver potuto contribuire al reperimento delle prove utili alla Regione Veneto per dimostrare e tutelare la storicità tutta italiana del Prosecco – ha detto Domenico Zonin, presidente della Zonin1821, l’azienda vinicola di famiglia -. Dai nostri archivi storici, abbiamo potuto condividere le carte geografiche citate dal Presidente Zaia risalenti rispettivamente al 1585, al 1590 e al 1770, che sono state tramandate di generazione in generazione fino ai nostri giorni. Attraverso queste incisioni di rame si evince il collegamento storico tra l’area geografica intorno a Trieste e il vino Prosecco”. Martedì 2 novembre a Venezia, durante la riunione finale della task force in difesa del Prosecco organizzata dal sottosegretario all’Agricoltura, Gian Marco Centinaio, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia ha ricordato anche che “le prime citazioni del termine “Prosecco” con riferimento al vino risalgono addirittura al 20 settembre 1382, quando la città di Trieste ha siglato un accordo tale per cui, entrando nei domini del sovrano austriaco, si impegnava a consegnare annualmente 100 orne del miglior vino di Prosecco al Duca d’Austria”.

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