Lo Stato della Civiltà in Rete: pericoli e opportunità in Rete

Milano – L’emergenza sanitaria in corso ha trasformato profondamente le abitudini dei cittadini, portandoli ad una maggiore utilizzo degli strumenti digitali. Un cambiamento questo che, da un lato, produce un’accelerazione di alcuni processi di modernizzazione ed innovazione, dall’altro, può causare una maggiore diffusione dei fenomeni online quali bullismo, discriminazione, incitamento all’odio, fake news, truffe e frodi.  In questo contesto, l’evento di oggi – Lo Stato della Civiltà in Rete: pericoli e opportunità in Rete – organizzato da Microsoft Italia e Telefono Azzurro si è posto l’obiettivo di tracciare il quadro attuale dello stato della civiltà digitale con un focus specifico legato al peculiare periodo storico di riferimento e di sensibilizzare l’audience rispetto all’incremento e alla percezione di questi fenomeni. L’appuntamento è stato un momento di confronto anche con le Istituzioni e in particolare con Elena Bonetti, Ministro per le Pari Opportunità, Licia Ronzulli, Presidente della Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, Nunzia Ciardi Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, Guido Scorza, Garante Privacy e Paolo Benanti, Pontificia Università Gregoriana. L’incontro è stato l’occasione per discutere i dati del Digital Civility Index, report che Microsoft rilascia ogni anno e che analizza le attitudini e le percezioni degli adolescenti (13-17) e degli adulti (18-74) rispetto all’educazione civica digitale e alla sicurezza online in 32 Paesi, Italia inclusa. “L’utilizzo crescente della tecnologia, che ha caratterizzato gli ultimi dodici mesi e che è stato accentuato inevitabilmente dalla recente e drammatica chiusura delle scuole, ha ridotto le interazioni sociali tra minori e ci ha ricordato dei pericoli per i bambini e gli adolescenti online” ha affermato il Professor Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro. “Con iniziative come queste e con le attività quotidiane che portiamo avanti da anni come Telefono Azzurro vogliamo sensibilizzare le istituzioni e la società civile sulle opportunità e sui rischi legati all’utilizzo della Rete da parte dei minori. Le aziende si trovano ad avere un ruolo privilegiato nella lotta contro il materiale tossico presente online. Tecnologie come PhotoDNA, capaci di individuare il child sexual abuse material (CSAM) sono cruciali in questo senso e dimostrano come vi sia un forte impegno nel combattere gli abusi. Occorre però fare ancora di più, sviluppando sistemi basati sull’intelligenza artificiale, capaci ad esempio di individuare anche il grooming e di verificare l’età degli utenti. Oggi la sfida consiste nel trovare un bilanciamento tra la tutela dei diritti fondamentali, in particolare il diritto alla privacy, e la necessità di proteggere i bambini e gli adolescenti online. La prevenzione è un altro aspetto cruciale. Occorre lavorare insieme, tra aziende, istituzioni e associazioni, per creare una cultura condivisa, permettendo ai bambini e agli adulti di riferimento a sviluppare le risorse e le competenze per muoversi in sicurezza nell’ambiente digitale.” ha concluso Caffo. “In un periodo di distanziamento sociale in cui molti di noi passano più tempo online che offline e le piattaforme sono sempre più numerose e pervasive, è fondamentale che tutti gli attori del mondo pubblico e privato uniscano le forze per aiutare giovani e meno giovani a un uso consapevole degli strumenti digitali, insegnando loro come proteggersi dai pericoli della rete. Appuntamenti di confronto come quello odierno sono utili per mettere a fattore comune esperienze e linee guida in modo da essere davvero efficaci in questo percorso. Dal Microsoft Digital Civility Index di quest’anno emerge inevitabilmente quello che è il nostro vissuto nell’ultimo anno. Abbiamo assistito infatti a un aumento della forbice tra comportamenti corretti e inciviltà: da un lato cresce il senso di vicinanza e condivisione tra le persone, che ha condotto a una maggiore solidarietà anche online, dall’altro si sono moltiplicati i comportamenti scorretti ed episodi di fake news ed hate speech sono sempre più frequenti. È preoccupante constatare inoltre la diminuzione da parte delle persone della capacità e fiducia nel saper gestire i rischi online, segnale questo della necessità costante di portare avanti progetti di sensibilizzazione su questi temi.” ha commentato Silvia Candiani, Amministratore Delegato di Microsoft Italia. Il Microsoft Digital Civility Index, nello specifico, misura il livello di esposizione delle persone ai rischi online nei diversi Paesi coinvolti, quindi un punteggio basso implica un livello basso di esposizione ai pericoli online e di conseguenza, una posizione alta in classifica. Secondo lo studio, in generale, a livello globale diminuisce l’esposizione di giovani e adulti ai rischi online. Il Civility Index globale migliora infatti di 3 punti: in tutto il mondo il web è percepito quindi come un luogo più civile e sicuro rispetto a un anno fa. Trend che Microsoft ha riscontrato anche in Italia, che migliora di 2 punti rispetto allo scorso anno, posizionandosi al 12° posto in classifica. Al primo posto i Paesi Bassi, seguono il Regno Unito e gli Stati Uniti, ultimo nella classifica dei 32 Paesi si conferma anche quest’anno il Sudafrica. Se nel mondo però questo miglioramento è trainato dai giovani, in Italia invece è vero purtroppo il contrario: rispetto a un anno fa diminuisce di 5 punti l’esposizione ai rischi online tra gli adulti e aumenta invece di 1 punto tra i teenager. Emergono inoltre impressioni contrastanti invece circa l’impatto della pandemia Covid-19 sulle interazioni online da parte degli Italiani: se infatti da un lato il 23% dichiara un peggioramento della civiltà (vs. 22% a livello mondiale), riscontrando una maggiore diffusione di informazioni false o fuorvianti e la manifestazione online da parte delle persone delle proprie frustrazioni, dall’altro il 28% (vs. 26% nel mondo) reputa invece l’educazione digitale migliore rispetto all’anno precedente, grazie a un maggiore senso di vicinanza e di condivisione della comunità. Contatti indesiderati, fake news e sexting indesiderato restano anche quest’anno i rischi più comuni riscontrati nel mondo, rispettivamente dal 40% 31% e 26% degli intervistati a livello globale. Fake news, hate speech e discriminazioni sono i rischi online che sono cresciuti di più negli ultimi 5 anni: rispettivamente del +5%, +3% e del +2% in Italia, del +3%, +4%, +5% nel mondo. Il Cyberbullismo, continua a riscuotere vittime: il 30% degli intervistati italiani è stato coinvolto in un episodio di bullismo, 15% è la vittima diretta dei bulli. Percentuali inferiori rispetto alla media mondiale che si attesta intorno rispettivamente al 38% e al 19%. La Gen Z è la più colpita con il 35% dei casi, seguiti dai Millennials con il 30%. Diminuisce la fiducia nella gestione dei rischi: rispetto allo scorso anno solo il 44% delle persone nel mondo si dichiara capace di gestire un eventuale pericolo online (-6%), e il 51% sa a chi rivolgersi (- 1%). È la Scuola l’entità da cui ci si aspetta il contributo maggiore per migliorare la civiltà online per il 49% degli intervistati, seguiti dai social media (47%) e le tech company 37% affinché introducano nuove policy e creino strumenti per promuovere comportamenti online più civili e rispettosi e punire condotte scorrette. La Scuola scende invece al terzo posto (41%) nei dati globali, preceduta da social media (52%) e media tradizionali (42%).