APA, Milano, le autorimesse non hanno diritti ma solo doveri

APA, Milano, le autorimesse non hanno diritti ma solo doveri

Milano – Un settore, quello del parcheggio coperto e custodito che, solo su Milano – ricorda APA, l’Associazione milanese delle autorimesse – conta ben 250 strutture radicate su tutto il territorio per un totale di oltre 1.400 operatori, si trova ad essere totalmente dimenticato dalle istituzioni in questo periodo di grave crisi economica. Le Autorimesse fin dal 9 marzo, giorno del primo lockdown totale in tutta Italia, non hanno mai chiuso o interrotto la propria attività perché ritenute attività essenziali, continuando a prestare servizio completo H24, nonostante la quasi totale assenza di traffico veicolare in città. Prova ne è che le restrizioni imposte dai DPCM che si sono succeduti, erano tese a disincentivare la circolazione delle persone annullando di fatto l’utilità delle autorimesse. Gli indennizzi prospettati dal Governo e dalla Regione Lombardia per tutte quelle attività che hanno visto consistenti riduzioni del proprio fatturato, non contemplano le autorimesse. Il settore, solo nel capoluogo lombardo, ha perso più del 90% del fatturato nel periodo del primo lockdown e chiuderà l’anno 2020 con una perdita media del 50% rispetto al fatturato 2019, con la conseguente nonché certa chiusura di numerose aziende del comparto e l’inevitabile licenziamento di numerosi operatori. Gli unici introiti delle autorimesse oggi riguardano esclusivamente gli abbonamenti dei residenti, che non sono sufficienti a coprire nemmeno le spese di gestione dei fabbricati. Nonostante questi numeri impietosi non è stato fatto nulla per sorreggere il mondo della sosta in struttura. Purtroppo non si esaurisce qui il nostro malcontento, perché a Milano oltre al danno ecco materializzarsi la beffa. Da marzo il Comune di Milano, come sostegno ai cittadini, ha praticamente mantenuto quasi sempre la sosta su strisce blu gratuita disincentivando di conseguenza l’utilizzo delle autorimesse e sospendendo a fasi alterne il pagamento di Area C. Ora, nel mese di novembre, i gestori si sono visti recapitare la richiesta dell’intero pagamento della TARI da parte di Palazzo Marino. Una tassa che, per giunta, è da sempre iniqua e penalizzante per un’attività di servizio che per sua natura dispone di grandi superfici, ma non produce alcun rifiuto. Ci sembra di capire dunque che le Autorimesse, come spesso accade, siano per i nostri governanti l’ultima ruota del carro quando c’è da sostenere il settore, salvo poi essere considerate di Pubblica Utilità e chiamate in soccorso del Comune quando si deve contrastare la sosta abusiva o sopperire all’assenza ed all’eliminazione di stalli per la sosta su strada. Il vaso è colmo e il settore è in ginocchio. Servono aiuti urgenti e ristori efficaci per il settore, a prescindere se una struttura è rimasta aperta oppure no durante questa crisi, ma basandosi sulla differenza di fatturato di ognuna rispetto all’anno precedente. Ignorare la rilevanza strategica del nostro settore porterebbe a danni irreparabili nell’immediato anche per gli utenti finali e per il tessuto commerciale della città.