Confcommercio: più programmazione; Acadi, no stop lotterie

Roma – Confcommercio ha affidato ad una nota il commento sulle annunciate nuove restrizioni che il Governo si appresta a varare. “Confcommercio rimane convinta del fatto che la necessità di contrastare con la massima determinazione l’aggravarsi dell’emergenza epidemiologica richieda anzitutto più programmazione e più coordinamento”. “Più programmazione e più coordinamento – prosegue Confcommercio -per recuperare i ritardi e per sanare gli errori che largamente spiegano le criticità emerse su tanti fronti: da quello dei tamponi, del tracciamento e della sanità territoriale ed ospedaliera a quelli del trasporto pubblico locale e della scuola. Più programmazione e più coordinamento perché la soluzione di ultima istanza del ‘più chiusure’ determina costi economici e sociali crescenti, sempre meno sostenibili e che, comunque, richiedono ristori davvero adeguati e davvero tempestivi”. “Apprendiamo con preoccupazione le ipotesi di nuove chiusure riguardanti il comparto del gioco pubblico, che potrebbero essere inserite nel prossimo Dpcm. Il presidente del Consiglio ha infatti annunciato la possibilità di sospendere l’attività dei corner delle scommesse e delle lotterie, una misura che riterremmo ingiustificata rispetto alle necessità di contenimento della pandemia”. Lo dichiara in una nota il presidente di Acadi-Confcommercio, Geronimo Cardia, che prosegue: “ciò si aggiungerebbe alle chiusure delle sale slot, sale scommesse e sale bingo che hanno già subito un trattamento discriminatorio, con una chiusura completa, rispetto agli altri esercizi commerciali e di ristorazione. Va ricordato che il comparto del gioco pubblico ha applicato sin dal primo istante i protocolli di sanificazione e sicurezza con modalità più rigorose rispetto alle norme emanate dal governo stesso, tanto è vero che non si è registrato alcun focolaio nelle sale da gioco. Facciamo dunque appello al presidente del Consiglio affinché non vengano chiusi i corner di lotterie e scommesse, sarebbe un ulteriore peso per un settore già in forte crisi di liquidità e con decine di migliaia di lavoratori a casa”, conclude Cardia.