Confimi Industria: mascherine a mezzo euro, ma non per le imprese che le acquistano per i dipendenti

Roma – “Lunedì il manifatturiero potrà tornare a produrre e gli imprenditori nel rispetto del protocollo di salute e sicurezza, stanno facendo scorta di dispositivi di protezione individuale, mascherine in primis, per i propri dipendenti. Ce ne sono davvero tante per permettere a tutti di riaprire? E a quale prezzo?” denuncia Confimi Industria commentando la direttiva sulle mascherine chirurgiche che, da poco meno di 4 giorni, dovrebbero essere vendute per decreto a mezzo euro “ma nessuno ha ancora informato le aziende se quel prezzo d’acquisto è destinato anche al mercato business to business” sottolinea la Confederazione del manifatturiero italiano.  All’insurrezione dei farmacisti e della GDO che ha ritirato le mascherine dagli scaffali perché non remunerative, si unisce il grido degli industriali: “ancora una volta – sottolinea Confimi –  la direttiva sembra essere incompleta, non precisando infatti se l’ordinanza vada intesa anche per le forniture alle aziende che le comprano per i propri lavoratori e non per la vendita”.  “Se così non fosse – afferma la confederazione del manifatturiero italiano – vorremmo capire quali strumenti verranno messi a disposizione sia delle imprese che le acquistano, sia di quelle che le vendono nel business to business”. “L’articolo 30 del Dl Liquidità – torna a far notare Confimi – prevede per le imprese acquirenti un credito d’imposta del 50% per le spese 2020 fino a massimo 20.000 euro, tetto unico da sommarsi, tra le altre cose, alla sanificazione di locali e impianti e, quindi, non per tutti sufficientemente ampio”. “Siamo peraltro ancora in attesa del decreto attuativo” ricorda Confimi Industria in chiusura “per capire con precisione quali siano le spese effettivamente agevolate e vorremmo peraltro scongiurare l’introduzione di limiti unitari di costo a tutela di tutti gli acquisti già avvenuti o ordinati”. Le prime avvisaglie di difficoltà, infatti, già si avvertono “C’è già chi ha dichiarato che piuttosto che vendere le mascherine sottocosto, le venderà in altri paesi UE per non rimetterci o almeno per recuperare l’investimento”.