Lavoro: Uecoop, il 36% dei genitori si licenzia per curare i figli

Roma – Secondo l’analisi dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop), su dati dell’Ispettorato del lavoro, in Italia un genitore su tre (36%) si licenzia dal posto di lavoro per incompatibilita’ fra i propri impegni di lavoro e le esigenze di cura dei figli. I ritmi quotidiani, gli impegni, la mancanza di tempo extra lavorativo e l’incertezza sul futuro stanno allargando l’area dei bisogni delle famiglie – spiega Uecoop – con oltre 49mila papa’ e mamme che nel 2018 hanno deciso di dare le dimissioni per l’assenza di parenti di supporto (27%) per l’elevata incidenza dei costi di assistenza al neonato fra asilo nido e baby sitter (7%) o per il mancato accoglimento dei figli al nido (2%). Una situazione che sempre piu’ spesso porta il welfare privato a integrare quello pubblico grazie ad accordi aziendali nei quali ai primi 4 posti dei servizi piu’ richiesti ci sono proprio quelli che riguardano la scuola e l’istruzione dei figli (79%), la salute (78%), l’assistenza (78%) e la previdenza (77%) secondo un’analisi di Uecoop su dati Assolombarda. I servizi legati all’infanzia hanno un ruolo strategico soprattutto con genitori che lavorano visto che negli asili nido italiani c’e’ posto solo per 1 bambino su 4, il 24% di quelli fino a tre anni d’eta’ contro il parametro del 33% fissato dalla UE per poter conciliare vita familiare e professionale. Per rispondere a questa domanda di assistenza – sottolinea Uecoop – sono sempre piu’ diffusi asili aziendali per i figli dei dipendenti oppure iniziative di mini nido con “tate” che seguono piccoli gruppi di bambini in grandi appartamenti attrezzati. Servizi che, sia nel pubblico che nel privato, – sottolinea Uecoop – sono spesso realizzati insieme a cooperative in grado di offrire personale gia’ formato e locali adatti. Con il mondo cooperativo socio sanitario segue gia’ 7 milioni di famiglie grazie al lavoro di oltre 355mila addetti la sfida del futuro e’ quella di potenziare l’assistenza creando un sistema che integri risorse pubbliche e private”, conclude Uecoop.