Istat: +0,2% l’aumento congiunturale del Pil in Italia nei primi mesi del 2019

Roma – Nel primo trimestre 2019 il Pil italiano ha invertito la tendenza negativa emersa nel secondo semestre del 2018, registrando un aumento congiunturale, +0,2%. Lo sostiene l’Istat nel suo ultimo report relativo alle previsioni per l’economia italiana. La ripresa  è  stata alimentata dal contributo positivo della domanda estera netta mentre la componente nazionale, al lordo delle scorte, ha fornito un contributo negativo. La fiducia di famiglie e imprese ha confermato un orientamento negativo. Ad aprile, l’indice del clima di fiducia dei consumatori e’ diminuito per il terzo mese consecutivo. Tutte le componenti sono risultate in peggioramento, con una diminuzione piu’ contenuta per le attese sul futuro. L’indice di fiducia delle imprese ha continuato a fornire segnali altalenanti: ad aprile e’ nuovamente diminuito dopo l’aumento di marzo, mostrando un calo diffuso tra i settori economici con un miglioramento solo per le imprese delle costruzioni. Nel settore manifatturiero, per il quale l’indice ha segnato la diminuzione piu’ lieve, i giudizi sul livello degli ordini e sulle attese sulla produzione sono peggiorati evidenziando una diminuzione del saldo relativo alle scorte di magazzino. Nello stesso mese, l’indicatore anticipatore ha registrato una flessione meno marcata rispetto a quelle dei mesi precedenti, prospettando comunque il proseguimento di una fase di moderazione dei ritmi produttivi. Nel 2019, il Pil e’ atteso decelerare rispetto all’anno precedente, +0,3%, supportato esclusivamente dalla domanda interna. I consumi delle famiglie, seppure in marginale rallentamento rispetto all’anno precedente, costituiranno la principale componente a sostegno della crescita mentre la spesa per gli investimenti segnera’ una decisa decelerazione. La moderazione del commercio mondiale determinerebbe una riduzione del volume di esportazioni e importazioni con un conseguente contributo nullo della domanda estera netta. Il mercato del lavoro e’ atteso risentire della decelerazione del Pil, confermando livelli occupazionali analoghi a quelli dello scorso anno. Le retribuzioni mostrerebbero un rallentamento con tassi di crescita in linea con quelli del deflatore della spesa delle famiglie residenti.