Report JLL su investimenti immobiliari retail: Milano capitale dello shopping

Milano – JLL, società internazionale leader globale nei servizi immobiliari e nella gestione degli investimenti, presenta “Milano Loves Shopping”, report realizzato con la collaborazione trasversale di diversi esperti Retail JLL, che conferma Milano come capitale italiana dello shopping e meta preferita per l’apertura di flagship store da parte di tutti i brand più importanti. Il report, che verrà presentato ufficialmente nel corso del Mapic Italy, in data 8-9 maggio 2019 presso il MiCo – Milano Congessi, stand G 01, offre un’analisi dettagliata e puntuale dell’andamento del mercato retail real estate nel capoluogo lombardo, con un particolare riferimento alle aree cosiddette High Streets. Negli ultimi 5 anni, circa 1,7 miliardi di euro sono stati investiti nel settore retail nelle zone centrali di Milano, pari al 92% degli investimenti totali fatti nella città. Il valore medio di una transazione è stato di 72,5 milioni di euro. Nel 2018, inoltre, circa 518 milioni di Euro sono stati investiti nel retail a Milano, dato che corrisponde al 60% circa del totale degli investimenti fatti in Italia in questo settore. Dal 2014 al 2018 il settore retail ha registrato un interessante cambio di trend sulle compravendite. I capitali di origine straniera sono infatti aumentati, superando quelli domestici. Un’altra inversione di tendenza riguarda la tipologia di investitore, con una certa istituzionalizzazione del settore. Se nel 2015 gli investitori privati e quelli istituzionali erano abbastanza bilanciati, nel 2018 la totalità degli immobili nelle zone centrali di Milano è stata invece acquistata da investitori istituzionali. Il report individua, in particolare, 12 zone della città che risultano particolarmente attrattive e che concentrano 1.426 negozi e più di 1.000 marche: Quadrilatero della moda, Corso Venezia e San Babila, Duomo, Vittorio Emanuele e Galleria, Duomo food Hub, Piazza Cordusio, Via Dante, Via Torino, Corso Buenos Aires, Brera District, Corso Garibaldi, Porta Nuova, Corso Vercelli. “Il mercato rivela una presenza sempre maggiore di brand nazionali ed internazionali, che contribuiscono a rendere la piazza milanese molto dinamica. La richiesta di spazi è molto alta e si riflette nel numero di nuovi negozi che presto vedremo aprire al pubblico nel Quadrilatero della Moda”, commenta Davide Dalmiglio, Head of Capital Markets and Retail Group di JLL. “Anche lato allocazione di capitali stiamo assistendo ad un assalto di capitali internazionali e domestici, di vari origini e profili, che rende il settore High Streets un mercato sempre più istituzionale e con ampi margini di crescita”. Se si considera il numero di negozi, al primo posto si posiziona il Quadrilatero della Moda con 307 punti vendita e 891 vetrine. Al secondo posto Corso Buenos Aires con 207 negozi e 288 vetrine, al terzo posto il distretto di Brera con 174 negozi e 402 vetrine. In termini di pubblico al primo posto si trova la zona del Duomo e della Galleria Vittorio Emanuele II, con 94.900 passaggi giornalieri in media. Al secondo posto via Torino con 49.600 di visite medie giornaliere e al terzo posto il Quadrilatero della Moda con 42.300 visite medie. Per contro, decresce l’invenduto, con i picchi di vetrine vuote registrati Corso Buenos Aires (5%), il distretto di Brera (5%), Porta Nuova (5%). Riguardo alle dimensioni, il mercato è dominato dai piccoli negozi (>250 mq). Questo risulta particolarmente evidente in Corso Vercelli e nel distretto di Brera, dove i retailer locali e le catene hanno consolidato la propria presenza negli anni. Una certa presenza di negozi di medie e grandi dimensioni compare tuttavia nel quadrilatero della moda, un posto unico e un punto di riferimento mondiale per lo shopping di lusso, così come a corso Buenos Aires e via Torino, grazie alla disponibilità di grandi spazi per i negozi. Il report prende in considerazione diverse tipologie di negozi: le catene, gli independent store e i service/vacant store. Le catene sono la soluzione più comune in tutte le aree, seppur con una maggiore presenza in strade come corso Venezia, via Dante, via Torino e il Quadrilatero della Moda. Mentre Brera e corso Garibaldi non raggiungono il 50% della penetrazione di catene, per via della presenza di negozi unici degli artigiani locali. In questi distretti gli independent store raggiungono la più alta percentuale di presenza. La maggioranza di marchi sono italiani, la presenza straniera si concentra sostanzialmente in via Dante, via Torino e Porta Nuova. Vestiti e accessori rappresentano la più importante categoria in molti distretti, specialmente nel Quadrilatero della Moda, con i suoi 231 fashion shop su un totale di 313. Tuttavia, anche il food & beverage sta aumentando la propria necessità di spazi, non solo in zone centrali come il Duomo ma anche in distretti che combinano lo shopping con la vita notturna, come ad esempio corso Garibaldi, Brera e Porta Nuova. “La reputazione di Milano è sempre più associata alla moda, al design, al cibo ma anche al business e allo sport, oltre ad essersi affermata come meta privilegiata per i turisti. A parità di investimenti nei costi immobiliari di occupazione, Milano risulta più profittevole nei fatturati dei retailer, ovvero si fa più shopping e i ticket medi sono più alti che in ogni altra piazza italiana.” conclude Monica Cannalire, Head of Retail Agency di JLL