Confcommercio: le forme del commercio al dettaglio

Milano – Oggi in Confcommercio convegno “Le forme del commercio al dettaglio. Competenze e modelli per il futuro prossimo venturo”, promosso dalla Scuola Superiore del Commercio del Turismo dei Servizi e delle Professioni con l’Università Cattolica di Milano in occasione dei 20 anni del corso di laurea in Economia e Gestione Aziendale – Service Management. Presenti Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio; Domenico Bodega, preside della Facoltà di Economia dell’Università Cattolica; Alessandro Mattinzoli, assessore allo sviluppo economico di Regione Lombardia e Cristina Tajani, assessore alle Politiche del lavoro, Attività produttive, Commercio e Risorse umane del Comune di Milano. Un dato su tutti: il 97% dei giovani che frequentano il corso trovano lavoro nei settori del commercio e del marketing. Al convegno è stata presentata una ricerca sugli scenari futuri e la domanda dei consumatori curata dal professor Edoardo Lozza, ordinario di psicologia alla Cattolica. “Il consumatore sta cambiando – ha spiegato a margine Lozza – quello di oggi è molto diverso da dieci anni fa e non sono tanto le differenze tra le generazioni ma quelle trasversali, alimentate dalla crisi che ha fatto crescere un processo di consapevolezza, per il fatto che da qualche parte abbiamo dovuto ridurre i consumi. Questo ha scatenato le nuove strategie del consumatore: riduzione quantitativa, de fidelizzazione, ricerca dell’offerta a tutti i costi, che noi abbiamo chiamato “neo frugalità”. E tutto questo va interpretato dal mondo del retail. Chi sono gli alleati oggi del consumatore? I dati ci dicono che i consumatori si fidano molto della grande distribuzione organizzata, o di Amazon, perché sono quelle realtà che sanno interpretare questi cambiamenti e sanno rispondere, con delle politiche di retail, alla domanda dei consumatori”. Come possono difendersi i negozi di vicinato? “Non ci sono ricette buone per tutte le stagioni per difendere il commercio di vicinato, ci sono però settori di nicchia dove si può lavorare molto sulla qualità, oppure sulla possibilità di far toccare con mano al consumatore il prodotto offerto. Il consumatore infatti vuole qualcuno che gli racconti il prodotto, da esperto, glielo faccia toccare. Cosa impossibile su Amazon”, conclude Lozza.