Infrastrutture: Lattuada (Cgil), serve equilibrio tra grandi e piccole opere, no al blocco

Milano – Domani ad Assago si apre il congresso della Cgil Lombardia, alla presenza di Susanna Camusso. Al centro del dibattito anche il tema della crescita e delle infrastrutture. Non solo Tav ma anche Terzo Valico dunque. “Noi abbiamo sempre detto che il tema non è la divisione tra grandi e piccole opere – spiega Elena Lattuada segretario regionale della Cgil – il problema vero è, per un verso, la manutenzione del territorio che prevede tante piccole opere, e ovviamente i collegamenti internazionali che sono altrettanto utili a sostenere lo sviluppo dell’insieme del Paese. A maggior ragione se pensiamo che la maggiore attività produttiva del Paese è rivolta all’export. Noi, tra le grandi opere, privilegiamo il ferro sulla gomma, per ragioni di natura ambientale. Quindi non c’è da parte nostra alcun tentativo di bloccare le grandi opere, si tratta di valutare costi e benefici per capire come stanno sul territorio, come si rispetta l’ambiente, a maggior ragione in un’area così inquinata come la pianura Padana. E’ necessario stabilire il baricentro per postare le risorse e fare in modo che non tutto sia concentrato solo sulle grandi opere ma ci sia il ripristino di condizioni minime di sicurezza”. E qui tornano alla mente il crollo di Genova e i tanti interventi manutentivi sui ponti e sulle strade lombarde. “Non vogliamo più assistere ai tanti disastri, non solo il ponte di Genova, ma anche i problemi che misuriamo anche in Lombardia, a partire dalla Valtellina fino ad arrivare al Sud della regione”. Elena Lattuada taglia corto: “Il punto vero è che non si può fermare ciò che è già progettato ed è già costato molti soldi. Si può pensare a modificare i tracciati nel momento in cui serve a rendere più compatibili le opere ma non è pensabile che ci sia un blocco. Questa è una discussione che attraversa le organizzazioni sindacali e quelle imprenditoriali, abbiamo una posizione che esprime un punto di equilibrio. Penso alla discussione sul ponte di Messina: non sempre le grandi opere servono. Occorrono risorse pubbliche e private per dotare il Paese di un sistema infrastrutturale utile alla movimentazione di merci e persone”, conclude Lattuada.