Milano – La Fondazione Gimbe Fnp-Cisl ha rielaborato i dati sui ticket presentati nei giorni scorsi dall’Aifa e contenuti nell’ultimo rapporto Osmed, tenendo anche presenti quelli relativi al pagamento delle quote di compartecipazione per l’assistenza specialistica. In tutto circa 2,9 miliardi, di cui 1,3 miliardi sui farmaci e 1,5 miliardi sulla specialistica. Ma per Gimbe, al di là dei numeri e dell’impatto sui bilanci delle famiglie, va sottolineato soprattutto il paradosso del ticket da pagare relativamente alla differenza di prezzo tra farmaco branded e generico. Un ticket, in qualche modo “scelto” dai cittadini che ancora diffidano dei generici: “In dettaglio, dei € 1.549 milioni sborsati dai cittadini per il ticket sui farmaci, meno di un terzo sono relativi alla quota fissa per ricetta (€ 498,4 milioni pari a € 8,2 pro-capite), mentre i rimanenti € 1.049,6 milioni (€ 17,3 pro-capite) sono imputabili alla scarsa diffusione in Italia dei farmaci equivalenti come documentato dall’Ocse che ci colloca al penultimo posto su 27 paesi sia per valore, sia per volume del consumo degli equivalenti”, spiega Gimbe. Nel 2017 le Regioni hanno incassato per i ticket quasi € 2.900 milioni che corrispondono ad una quota pro-capite di € 47,6: in particolare, € 1.549 milioni (€ 25,5 pro-capite) sono relativi ai farmaci e € 1.336,6 milioni (€ 22,1 pro-capite) alle prestazioni di specialistica ambulatoriale, incluse quelle di pronto soccorso. L’entità della compartecipazione alla spesa nel periodo 2014 – 2017 si è mantenuto costante ma, se nel 2014 la spesa per farmaci e prestazioni specialistiche erano sovrapponibili, negli anni successivi si è ridotta la spesa per i ticket sulle prestazioni (-7,7%) ed è aumentata quella per i ticket sui farmaci (+7,9%). Con la Legge di Bilancio 2018 – ricorda ancora Gimbe – sono stati stanziati 60 milioni di euro destinati ad avviare una seppur parziale riduzione del superticket per la specialistica ambulatoriale. Tuttavia, lo schema di decreto per il loro riparto non ha ancora acquisito l’intesa della Conferenza Stato-Regioni e, nel frattempo, Emilia Romagna, Lombardia e Abruzzo si sono mosse in autonomia per ridurre il superticket di 10 euro aggiuntivi. Secondo la Cisl è indispensabile uniformare a livello nazionale i criteri per la compartecipazione alla spesa e le regole per definire le esenzioni; in secondo luogo, anche al fine di ridurre le “fughe” verso il privato per le prestazioni specialistiche, occorre pervenire ad un definitivo superamento del superticket; infine, sono indispensabili azioni concrete per aumentare l’utilizzo dei farmaci equivalenti, visto che la preferenza per i farmaci brand oggi “pesa” per oltre 1/3 della cifra totale sborsata dai cittadini per i ticket e per più di 2/3 della compartecipazione per i farmaci.