Analisi congiunturale: Lombardia, rallenta la crescita della produzione industriale (2)

Miano – Da un punto di vista settoriale, il 2018 si apre con un risultato complessivo della produzione che mostra una variazione negativa solo per le pelli-calzature (-1,0%) e l’abbigliamento (-4,7%). Tutti gli altri settori sono in crescita, con variazioni più consistenti per industrie varie (+6,2%), meccanica (+6,1%), minerali non metalliferi (+5,3%). Sotto la media, ma in sua prossimità, si trovano la chimica (+3,5%), gli alimentari (+3,2%) e la siderurgia (+3,2%). Gli incrementi più contenuti si registrano per legno mobilio (+2,4%) e mezzi di trasporto (+2,1%). Seguono la gomma plastica (+1,9%), la carta stampa (+1,6%) e il tessile (+1,1%). Per l’artigianato, si riduce il numero di settori caratterizzati da una variazione produttiva negativa, passando dai 5 del primo trimestre a 3: si tratta delle pelli-calzature (-6,6%), comparto che, a differenza degli altri, ha subito contrazioni significative negli ultimi anni, della gomma-plastica (-3,7%) e della carta-stampa (-2,0%). Tra i settori in crescita spiccano la siderurgia (+7,3%) e la meccanica (+5,3%); significativa anche la variazione per i minerali non metalliferi (+3,7%) e incrementi più contenuti si registrano per il legno-mobilio (+1,8%), le manifatturiere varie (+1,8%), l’abbigliamento (+0,6%), l’alimentare (+0,6%) e il tessile (+0,2%). Mai come in questo secondo trimestre del 2018 è stata grande la divaricazione fra una lettura dell’evoluzione dell’economia in chiave congiunturale rispetto ad una analoga riferita all’ottica tendenziale. Infatti, anno su anno, i dati per l’industria manifatturiera lombarda sembrano essere lusinghieri non solo per la triade produzione-ordini e fatturato, ma anche per l’occupazione che finalmente ha conosciuto saggi di crescita superiori all’1%. Proprio quando i segnali di ripresa sul mercato del lavoro si stanno manifestando con una certa intensità, la prospettiva congiunturale spinge a moderare i toni. Infatti, la crescita della produzione mostra una decelerazione rispetto al trimestre precedente, pur rimanendo in territorio positivo. Tuttavia, questo non accade per gli ordini, sia interni che esteri, che hanno mostrato variazioni negative. In questo contesto, anche le aspettative degli imprenditori si sono adeguate al ribasso, contribuendo a proiettare questa tendenza nel prossimo futuro. La minaccia di guerre tariffarie da una parte, il cambiamento di paradigma nella politica fiscale americana, dall’altra, a cui si deve aggiungere lo stallo nelle decisioni nell’Eurozona sono tutti elementi che di per sé non sono favorevoli alla crescita. In situazioni come queste, l’incertezza costituisce il principale freno alla crescita. Se a questa si somma una tendenza endogena del ciclo a decelerare dopo anni di espansione si ottiene una visione del quadro di insieme che non è certamente catastrofico ma che presenta criticità che possono essere superate con una coerente e lungimirante politica economica, nazionale ed europea.