Amsterdam: altri guai per la sede Ema

Milano – Secondo il quotidiano “Het Parool” di Amsterdam, una delle due imprese in corsa per l’appalto della futura costruzione del Vivaldi building, promesso dall’Olanda per accogliere l’Ema, ha rinunciato per la difficoltà di garantire il completamento entro il 15 novembre 2019 (termine già slittato rispetto al precedentemente dichiarato settembre 2019 e al previsto 1 aprile 2019). La commissione dell’Europarlamento per Ambiente-Salute (Envi)  intende inviare una richiesta urgente di chiarimenti al governo olandese. “Un chiarimento urgente è necessario perché le autorità olandesi il 22 febbraio scorso, quando la nostra missione di eurodeputati della commissione Envi si è recata ad Amsterdam per verificare l’avanzamento della costruzione della sede, ci hanno taciuto questa rinuncia già avvenuta e, soprattutto, la motivazione legata alla difficoltà di rispettare i tempi di consegna – afferma l’eurodeputato Giovanni Lavia del Ppe, che aveva guidato il controllo sul posto -. Già martedì dovremmo presentare proprio il nostro rapporto su quella verifica, da cui è apparso evidente che i lavori di costruzione del Vivaldi building non sono ancora nemmeno iniziati”. Gli eurodeputati della Envi hanno specificato che ulteriori ritardi non sono ammissibili perché metterebbero a rischio l’attività dell’Ema, che si occupa delle medicine destinate a 500 milioni di cittadini europei e dovrebbe lasciare Londra per la Brexit a fine marzo 2019. L’Olanda ha offerto l’edificio temporaneo Spark dall’1 gennaio 2019 per compensare i ritardi del Vivaldi. Nella proposta per la gara Ue con altre 18 città candidate (tra cui Milano) erano indicati in un “Annex 1” altri due edifici poi rivelatisi non disponibili. Il governo olandese chiese alla Commissione europea di segretarlo (e lo ottenne), impedendo così agli altri Paesi di individuare questa impreparazione e il conseguente probabile ritardo.