Cgil Lombardia: oltre 60mila donne vittime di mutilazioni genitali (2)

Milano – L’Italia ha ratificato la Convenzione di Istanbul (Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica); si è dotata di una legge per la prevenzione ed il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile (Legge 9 gennaio 2006 n. 7), di linee guida tese ad individuare precocemente le vittime di mutilazioni e/o di altre pratiche dannose. Ma la legge spesso non basta. L’azione di protezione e di sostegno alle vittime – ricorda la Cgil Lombardia – passa attraverso la capacità di saper cogliere e riconoscere le situazioni di violenza, riuscire a farle emergere, per prevedere misure di supporto secondo percorsi personalizzati. L’attività di prima accoglienza e dei servizi territoriali di tutela socio-sanitaria rappresentano il primo contatto con l’Italia per molte donne non native; per questo è importante che il personale dei servizi e i servizi stessi siano messi nelle condizioni di poter affrontare queste problematiche, con la consapevolezza che si tratta di un tema alquanto delicato che spesso si intreccia con altre situazioni di cui le donne sono vittime, come la violenza sessuale e fisica, la tratta e la compravendita, lo sfruttamento sessuale, vissute lungo tutto il percorso migratorio che porta fino all’Italia e all’Europa, dove non sempre trovano soluzione. A questa attività di sostegno delle vittime deve però affiancarsi un lavoro altrettanto importante di prevenzione insieme alle comunità straniere, affinché il valore della intangibilità del corpo delle donne e della loro integrità fisica e psichica siano garantite a tutte e, in particolare, alle giovani di seconda generazione.