Confcommercio: consumi, crescono tredicesime e spese (1)

Roma – L’Ufficio Studi Confcommercio ha presentato un’analisi sull’andamento dei consumi, l’ammontare delle tredicesime e la propensione alla spesa e ai regali per il Natale. Secondo il direttore dell’Uffcio Studi Confcommercio, Mariano Bella, “rispetto all’anno scorso, il quadro economico è molto migliorato, però qualche elemento problematico permane, anzi, a nostro avviso nei mesi finali del 2017 la ripresa ha perso un po’ di slancio e il reddito disponibile delle famiglie è piuttosto stagnante dalla seconda metà dello scorso anno”. “Per quanto riguarda il reddito disponibile nel 2018, cioè praticamente oggi, siamo ancora indietro rispetto ai massimi del 2007 di oltre 2010 euro a testa, e questo dice già qualcosa sul perché molti concittadini faticano a sentirsi soddisfatti; non sono dei traditori o dei disfattisti: patiscono questa perdita, la sentono tutta; però rispetto al minimo del 2014 abbiamo recuperato circa 700 euro a testa, con una crescita cumulata in 4 anni del 4% reale”. “Valutazioni analoghe – ha detto Bella – valgono per i consumi: siamo ancora sotto di circa 1000 euro rispetto al massimo del 2007 ma abbiamo recuperato altri 1000 euro rispetto ai minimi del 2014, con una crescita del 6,3% nel quadriennio 2015-2018”. “Il conto delle tredicesime, che facciamo da diversi anni, va affrontato con cautela. Al netto delle imposte sul reddito le tredicesime superano i 41 miliardi di euro. Si riducono un altro poco le imposte di dicembre (dopo la riduzione dello scorso anno sulla TASI). Quindi la 13esima disponibile crescerebbe di quasi 1,1 miliardi, da 34,4 a 35,5 miliardi di euro. Se aggiungiamo alla tredicesima destinata così ai consumi da lavoratori dipendenti e pensionati le risorse che stimiamo i lavoratori autonomi destineranno alle spese di dicembre e al Natale si ottiene un valore superiore a quello dello scorso anno, pari a 33,7 miliardi di euro, in crescita del 3,9% nominale rispetto al 2016. Depurando dall’inflazione, pure modesta, e dividendo per il numero di famiglie si ottiene la spesa mensile per questi consumi che oggi dovrebbe avvicinarsi ai 1.500 euro, superando i precedenti massimi e facendo segnare in termini di risorse reali un ritorno ai livelli pre-crisi”.