Case popolari: Sesto S.G. sperimenta nuova legge regionale

Milano – Oggi inizia il percorso, in via sperimentale e limitato a solo tre ambiti in tutta la Lombardia, della nuova legge lombarda sui servizi abitativi pubblici. E’ stato pubblicato oggi l’avviso pubblico sovracomunale sul sito del comune di Sesto San Giovanni, comune capofila del piano di zona Sesto San Giovanni-Cologno Monzese. E’ online il bando sperimentale per 50 alloggi di edilizia residenziale pubblica, nei comuni di Sesto San Giovanni e Cologno Monzese, con le nuove modalità e i nuovi criteri La domanda potrà essere presentata online, mediante piattaforma informatica regionale SIAGE, a cui si accederà unicamente attraverso la carta regionale dei servizi o credenziali SPID. Per la compilazione dei documenti sono disponibili gli uffici con i relativi sportelli, negli orari indicati sul sito, dell’Agenzia Case e dell’Aler. “Oggi comincia un percorso virtuoso – commenta Roberto Di Stefano, sindaco di Sesto San Giovanni – con il quale, con il supporto di Regione Lombardia, tentiamo di invertire la rotta sull’assegnazione degli edifici popolari, con l’obiettivo di dare priorità a chi è veramente in difficoltà, continuando allo stesso tempo nella verifica attenta di chi attualmente risiede negli edifici popolari sul territorio”. Il sistema consentirà l’abbinamento, tra gli alloggi disponibili, con quello idoneo alle esigenze del nucleo. Tra i criteri di valutazione per il calcolo del punteggio per l’assegnazione dell’alloggio l’anzianità di residenza in Lombardia e nel comune oltre al disagio abitativo, a quello economico e a quello famigliare. Il minimo di residenza previso è di cinque anni La quota percentuale di ciascuna categoria, che si applica al numero complessivo delle unità abitative destinate ai servizi abitativi pubblici appartenenti a ciascun proprietario, dedotto il numero delle unità abitative da assegnare ai nuclei familiari in condizioni di indigenza è la seguente, per l’ambito territoriale Sesto San Giovanni-Cologno Monzese: anziani 30%, famiglie monoparentali 20%, disabili 15%, famiglie di nuova formazione 20%, appartenenti alle forze dell’ordine 15%.