Lavoro, Federconsumatori: necessario un concreto slancio all’occupazione

Roma- L’Istat ha appena aggiornato le rilevazioni relative al tasso di disoccupazione, che si attesta all’11,1%. “Stesso tasso di agosto” – rivela sommessamente l’Istituto di Statistica. Decisamente peggiore l’andamento relativo al tasso di disoccupazione giovanile, che si attesta al 35,7%, con un rialzo del +0,6% su base mensile. Un andamento che non fa altro che confermare i nostri instancabili appelli alla cautela ed al realismo. È importante cogliere i segnali positivi provenienti, ad esempio, dalla produzione industriale, ma è altrettanto necessario e vitale avviare piani di crescita improntati alla redistribuzione dei redditi ed alla crescita occupazionale. In assenza di tali operazioni al Paese mancherà sempre quella crescita strutturale e duratura di cui ha bisogno, sulla quale fondare la ripresa. Le percentuali relative al tasso di disoccupazione sono ancora troppo elevate e gravano come un macigno sulla nostra economia e sulla nostra società. “Per dare un vero segnale di svolta è necessario stanziare investimenti per la modernizzazione, lo sviluppo e la ricerca nonché tagliare le tasse sul lavoro per restituire nuovo impulso all’economia del Paese, facendo crescere l’occupazione ed il potere di acquisto delle famiglie.” – dichiara Emilio Viafora, Presidente Federconsumatori. Le misure contenute nella legge di bilancio non sono che un primo passo in questa direzione. È bene pensare alla ripresa occupazionale dei giovani, ma non dimentichiamo che buona parte dei disoccupati si trova oltre la soglia dei 52 anni. Non ci stanchiamo di sottolineare come, ogni giorno, le nostre sedi ricevano segnalazioni da parte di cittadini che non riescono a sostenere le spese quotidiane, soprattutto perché genitori e nonni sono costretti ad aiutare economicamente figli e nipoti disoccupati. Per questo il rilancio del mercato del lavoro e la redistribuzione dei redditi assumono un valore fondamentale ai fini della fuoriuscita dalla fase di bassa crescita in cui il nostro Paese si trova da troppi anni, con gravi ripercussioni sulla tenuta sociale.