Pazienti cronici: Lombardia, Cgil-Cisl-Uil, nuove modalità e vecchi problemi (1)

Milano – In questi giorni in ogni Agenzia di Tutela della Salute si sono definiti gli elenchi delle strutture sanitarie e sociosanitarie che potranno realizzare la presa in carico dei pazienti cronici in Lombardia. “Di cosa si tratta? – Si chiedono Cgil, Cisl e Uil oltre al sindacato Pensionati – È un modello di gestione della cronicità che Regione Lombardia ha deciso di adottare per ricomporre in un percorso assistenziale individuale unico, integrato e programmato l’insieme degli interventi e delle prestazioni di cui questi pazienti hanno bisogno e che oggi vengono svolti in modo frammentato. Dietro il motto “dalla cura al prendersi cura”, che sicuramente rappresenta un obiettivo da perseguire per migliorare il rapporto fra questi pazienti e il sistema sociosanitario lombardo di cui rappresentano il 70% della domanda, il modello che si sta costruendo presenta però non pochi elementi di incertezza e di rischio. Ed è questo il motivo per cui Cgil Cisl e Uil, insieme alle categorie della Funzione Pubblica e del sindacato Pensionati, sia a livello regionale che in ogni singolo comprensorio, seguono con costanza questo mutamento attraverso un confronto con l’Assessorato al Welfare da un lato e con le singole ATS dall’altro. Quello scelto da Regione Lombardia è un modello dall’aspetto molto aperto: i pazienti sono liberi di sceglierlo oppure no, i Medici di Medicina Generale sono liberi di esserne coinvolti oppure no, le strutture ospedaliere pubbliche o private accreditate e a contratto erano libere di candidarsi oppure no a svolgere il ruolo di “gestore”, a cui compete la responsabilità di prendere in carico i pazienti che lo desiderano e di garantire per intero tutte le prestazioni che i singoli piani di assistenza individuali richiederanno. Un modello così aperto, però, da rischiare una governance troppo leggera rispetto alle spinte voraci del mercato”.