Survey InfoJobs: un terzo dei giovani vorrebbe rimanere in Italia a lavorare (2)

Milano – “Nonostante negli ultimi anni siano state implementate con successo politiche volte ad aumentare le assunzioni, dalla nostra survey emerge come ci sia ancora disparità tra le aspettative dei giovani e le prospettive offerte dal mercato del lavoro italiano.” commenta Melany Libraro, CEO di Subito e InfoJobs. “Davanti a questa sfida è importante che tutte le parti coinvolte – a livello professionale, educativo e governativo – facciano al meglio la loro parte per venire incontro alle richieste di chi si affaccia al mondo del lavoro o vi è appena entrato. Come InfoJobs, mettiamo la nostra esperienza e i nostri strumenti al servizio di un corretto matching fra domanda e offerta per facilitare da una parte la ricerca dei migliori talenti e dall’altra la possibilità di trovare un’occupazione il più possibile in linea con le proprie aspettative.”  La survey fornisce poi interessanti elementi per valutare l’esperienza di chi sta già svolgendo un percorso professionale all’estero. In particolare, chi è partito lo ha fatto per una ragione di attrattività dell’offerta estera (41,7%) o perchè il lavoro proposto aveva condizioni molto vantaggiose (36,1%). Anche in questo caso, il trasferimento è avvenuto solo con un impiego sicuro nel Paese di destinazione (per il 61,2% del campione). La grande maggioranza dei rispondenti si è indirizzata verso un Paese europeo (72,6% del totale), mentre il 6,0% ha optato per Stati Uniti o Canada e il 2,7% l’Asia. La scelta è stata fatta principalmente sulla base di una remunerazione più adeguata (45,5%), di un maggior riconoscimento delle capacità individuali (41,4%) e di una migliore qualità della vita (41,3%). Le difficoltà con cui si sono scontrati una volta sbarcati all’estero sono invece state legate alla capacità di raggiungere un buon tenore di vita (29,1% del totale) e di avere un orario di lavoro che permettesse di conciliare tempi lavorativi e personali (20,4%). Infine, per quasi la metà del campione (46,8%) l’esperienza all’estero è stata temporanea e utile per la crescita personale, mentre per il 21,4% è stata una scelta permanente, che li ha portati a costruirsi una nuova vita nel Paese in cui si sono trasferiti per lavoro.