Amianto: Alfa Romeo, per il giudice impossibile accertare responsabilità

Milano – Sono state depositate le motivazioni della sentenza con cui, nel mese di maggio, il Tribunale di Milano ha assolto con formula piena Paolo Cantarella e Giorgio Garuzzo, rispettivamente ex amministratore delegato e presidente di Fiat Auto, e altri tre ex manager Alfa e Lancia. L’accusa era di omicidio colposo per una quindicina di operai morti per forme tumorali provocate, secondo l’accusa, dall’esposizione all’amianto. Secondo le motivazioni della sentenza non sarebbe stato “possibile accertare” se l’amianto, presente nello stabilimento dell’Alfa Romeo di Arese tra la metà degli anni ’70 e metà anni ’90, “abbia causato o concorso a causare i decessi per tumore polmonare o mesotelioma pleurico dei 15 lavoratori che in quella fabbrica hanno prestato per molti anni la loro attività, né a chi siano attribuibili tali decessi”. Nelle motivazioni della sentenza si legge che il processo ha dimostrato che “nel caso dei lavoratori deceduti per neoplasie polmonari di varia natura o di mesotelioma non verificabile con sufficiente certezza”, non è stato «accertato, oltre ogni ragionevole dubbio, il nesso causale tra l’esposizione ad asbesto e la patologia che li ha condotti a morte”.