ATR Milano (Confesercenti): Airbnb, investire nel turismo la cedolare secca (2)

Milano – Per quanto riguarda la tassa di soggiorno – spiega ATR Milano, l’associazione degli albergatori della città metropolitana di Milano che aderisce a Confesercenti e che ha svolto un’analisi dell’operato delle piattaforme di home sharing come Airbnb – se consideriamo una media di 2 ospiti per notte, possiamo ricavare il dato di occupazione media di 77,4 notti per host all’anno nella città di Milano. In proporzione da giugno a settembre possiamo quindi ipotizzare una media di 45 room night pari a 180 euro di tassa di soggiorno per host (2 euro a notte per ogni ospite). Se gli 8400 appartamenti non in regola pagassero la tassa di soggiorno dovuta, quindi, il comune di Milano potrebbe incassare fino a 1.516.000 mila euro aggiuntivi. Per Rocco Salamone, presidente di ATR, Associazione Turismo e Ricettività di Confesercenti: “Il Governo e il Parlamento hanno fatto benissimo ad approvare la legge che trasforma in sostituti d’imposta le piattaforme di affitto breve di appartamenti. Questo permetterà di regolarizzare gli appartamenti non in regola e far emergere i soldi che devono all’erario. Come ATR pensiamo che le nuove entrate del comune di Milano andrebbero investite non solo nella promozione turistica di cui abbiamo già visto gli effetti positivi negli ultimi anni ma anche in opere strutturali che vadano a beneficio sia dei turisti che dei residenti, e quindi del brand Milano”. “Sarebbe inoltre positivo – prosegue Salamone – se gli introiti dello Stato derivanti dalla cedolare secca venissero investiti in edilizia convenzionata e popolare per contrastare il calo degli appartamenti disponibili in affitto per lunghi periodi, conseguenza proprio della diffusione delle piattaforme di condivisione di appartamenti”. “Per Airbnb e le altre piattaforme di affitto breve di appartamenti – conclude Salamone – la nuova legge sulla cedolare secca è la prova del nove per capire se vogliono realmente aiutare a contrastare l’evasione. Se le piattaforme dovessero rifiutare di adeguarsi alla legge sarebbe evidente a tutti che sono contrari all’evasione solo a parole. In questo caso il Governo dovrebbe obbligare i gestori ad identificare gli host e a comunicare i dati alle Autorità. Inoltre dovrebbero richiedere i dati della SCIA prima di pubblicare un annuncio sulla piattaforma”.