Formazione: il sistema duale della Lombardia riferimento nazionale

Milano – “Nei prossimi 2-3 anni l’evoluzione del mondo del lavoro sara’ legata a fattori tecnologici: perderemo 7 milioni di posti di lavoro in ambito manifatturiero, amministrazione e produzione a fronte di 2 milioni di nuovi posti di lavoro in management, ICT (Information Communication Technology), ‘operations’. Noi vogliamo puntare a conquistare una quota consistente di queste nuove occasioni di occupazione e siamo convinti che gli studenti possono apprendere le ‘skills’ del futuro non soltanto in aula: occorre imparare lavorando”. Cosi’ l’assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia Valentina Aprea nel suo intervento agli ‘Stati generali dell’alternanza scuola-lavoro’ all’universita’ Statale
di Milano a cui ha partecipato il ministro dell’Istruzione, Universita’ e Ricerca Valeria Fedeli. “L’acronimo STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics, in italiano scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) e’ per noi un must – ha proseguito Aprea – e un must e’ l’idea di pensare che non si finisce di studiare a scuola. Per questo con la legge regionale che di fatto ha anticipato le norme varate dal governo con il ‘Jobs Act’ e con la ‘Buona scuola’, abbiamo introdotto le esperienze di lavoro a scuola anticipando il momento dell’ingresso degli studenti nel mondo del lavoro”. “Con il sistema duale basato sull’integrazione fra sistema educativo e mondo del lavoro – ha spiegato l’assessore Aprea – abbiamo creato le condizioni che permettono alle istituzioni formative di insegnare le competenze che saranno utili nel mondo del lavoro e le aziende diventano il luogo in cui acquisire le skill nei settori d’avanguardia per progettare il futuro”. Gli esiti delle politiche regionali a favore dell’occupazione dal 2013 al 2017 indicano che su un totale di 125.000 giovani inseriti nel mercato del lavoro, 3.800 sono stati assunti in apprendistato formativo prima del conseguimento delle qualifiche professionali, del diploma scolastico o della laurea, 38.500 sono stati inseriti nei percorsi della filiera professionalizzante e 82.700 hanno usufruito di quanto previsto dal programma europeo ‘Garanzia Giovani’.