Rai: domani presidio contro appalti ingiustificati

Milano – “Perché protestano e si mobilitano i registi del Centro di produzione della Rai di Milano?” Si domandano la Cgil di Milano e i lavoratori del Centro. “Perché non lavorano o lavorano troppo poco. Il Cptv di Milano ha alle sue dipendenze 18 registi, ma quando nella nostra città (o in generale nel territorio) si verifica un evento particolare (dalla partita di calcio particolarmente interessante ai funerali del Cardinal Martini o di Dario Fo, dal Concerto di apertura di Expo allo spettacolo di Roberto Saviano del 17 febbraio, tanto per fare qualche esempio), la direzione Rai appalta il servizio a società esterne o in alcuni casi spedisce qui in trasferta un regista da altri territori. Ma a Milano ce ne sono appunto 18, disoccupati o sottoccupati, eppure regolarmente retribuiti. Perché non si incarica uno di loro delle riprese, con conseguente risparmio? E questo non avviene solo nel nostro territorio: quella del corretto utilizzo delle risorse e della loro valorizzazione è una battaglia che riguarda tutta l’azienda. Delle due l’una: se la direzione centrale ritiene che i registi “interni” di Milano non siano all’altezza di svolgere i compiti cui sono aziendalmente preposti e per cui sono regolarmente retribuiti, abbia il coraggio di dirlo apertamente, e agisca di conseguenza. Oppure dobbiamo dedurne che la Rai trascuri sistematicamente e deliberatamente ogni possibile legame col territorio e proceda come una fortezza assediata, chiusa, incentrata su se stessa, sorda a qualsiasi discorso di apertura e di confronto con l’esterno. La recentissima decisione del Consiglio di amministrazione di bocciare all’unanimità il “Piano Verdelli”, che prevedeva appunto un’importante apertura al territorio per rinnovar l’esangue informazione Rai, fa pendere la bilancia verso quest’ultima ipotesi: ormai questa è un’azienda autoreferenziale, sorda, cieca e muta nei confronti di ogni realtà territoriale. Sono anni che diciamo che il rilancio della RAI e del concetto di Servizio Pubblico debba proprio partire dalla valorizzazione dei territori e delle loro risorse. La questione degli appalti in Rai è ormai troppo grande e troppo onerosa: è arrivato il momento di cambiare pagina, è necessario avviare un serio confronto con il sindacato e le Rsu sulla gestione delle risorse e sull’utilizzo degli appalti esterni. Dal canto nostro cos’altro possiamo dire, se non: fateci lavorare? O, in caso contrario, come avviene appunto da troppo tempo, diteci con chiarezza quali sono le vostre intenzioni. Così, “tirando alla pensione”, come si dice, non siamo disposti a continuare”. Domani è in programma un presidio di protesta davanti al Piccolo Teatro dalle ore 18,30 alle 20,00.