Lavoro: Cgil-Bergamo, donne migranti più sfruttate, salari 32% più bassi

Bergamo – Il racconto di cinque donne straniere ma ormai bergamasche d’adozione – si tratta di Sonila in arrivo dall’Albania, Sandra dalla Nigeria, Edima dal Brasile, Vera dalla Bielorussia e Nela dalla Romania – è al centro del documentario fatto realizzare da Spi-Cgil e Cgil di Bergamo e dal titolo “Immigrazione e lavoro femminile a Bergamo. Cinque esperienze a confronto”, presentato lunedì scorso al Mutuo Soccorso di via Zambonate in occasione di un convegno dedicato al tema del lavoro fra le donne straniere nella nostra provincia. Diretto da Barbara Lena per Nestwork e realizzato con la collaborazione di Badreddine Naceur, il video racconta i percorsi di vita di chi si è ritrovata a fare l’imprenditrice, delle due donne che hanno trovato lavoro nel settore delle pulizie, di chi ha dovuto diventare badante e dell’infermiera pluridiplomata che lavora in ospedale. Solo qualche cifra per inquadrare il fenomeno: nel 2015 le lavoratrici straniere in provincia di Bergamo erano 15mila, cioè circa la metà dei lavoratori maschi non comunitari che nello stesso periodo raggiungevano quota 32mila (fonte: dati Inps dell’Osservatorio Extracomunitari, aggiornati al 30 novembre 2016 ed elaborati dal Dipartimento Studi della Cgil provinciale). Nel 2007 le lavoratrici straniere che percepivano prestazioni di sostegno al reddito (mobilità o indennità di disoccupazione, appunto) erano l’1,3% del totale, nel 2015 la percentuale è salita al 7,6% della manodopera femminile straniera. 9 anni fa le badanti erano 1.266, nel 2015 ne venivano registrate 2.921, segnando cioè un incremento del 130,7% (nel 2012 erano ancora più di oggi: 3.257. In media, poi, la retribuzione annua delle donne di origine straniera è inferiore del 31,8% rispetto a quella maschile: la media provinciale per le donne straniere è, infatti, di 10.337 euro all’anno, mentre gli uomini stranieri percepiscono in media 15.165 euro annui. Sul reddito femminile incide con probabilità la più alta diffusione del part time.