Legno-Industria: Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil, protesta massiccia

Bergamo – Le richieste delle associazioni imprenditoriali del Legno, di 140 ore annue di flessibilità lavorando il sabato e la domenica (oltre alle 250 ore di straordinario a disposizione) e di poter far funzionare le fabbriche con il 65% di lavoratori precari, lo svuotamento della contrattazione aziendale, l’intenzione di non definire alcuna cifra di aumento salariale ma solo il principio dei riallineamenti annuali di eventuali futuri aumenti, testimoniano per Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil la mancata volontà di sottoscrivere il contratto collettivo nazionale di lavoro. E infatti, dopo 9 mesi di trattativa, 11 incontri e a 7 mesi dalla scadenza del precedente Contratto collettivo nazionale di lavoro, la protesta che è stata indetta contro quelle che i sindacati definiscono posizioni “ostili e avverse che Federlegno ha esplicitato durante le trattative per il rinnovo contrattuale”, è stat accolta in modo significativo dai lavoratori. Anche sul territorio bergamasco, che occupa 5mila lavoratori, l’adesione allo sciopero è stata alta. “Con l’alta adesione allo sciopero i lavoratori hanno ribadito che il rinnovo del Contratto nazionale è obbligatorio partendo dai concreti problemi che si verificano quotidianamente nelle fabbriche e non da supposizioni teoriche in cui si è esercitata Federlegno” si legge in una nota unitaria regionale. “Hanno ribadito che si deve definire un incremento salariale certo e che le Rsu devono continuare ad esercitare il ruolo di soggetto contrattuale. Le segreterie regionali di Feneal, Filca e Fillea ringraziano le lavoratrici e i lavoratori per l’alta adesione allo sciopero e per aver partecipato in modo massiccio ai presidi organizzati”.