Cgil: anche in Lombardia il Jobs Act non ha funzionato (1)

Milano – “L’economia lombarda e quella nazionale tendono sempre più ad assomigliarsi e la differenza nella crescita si riduce”. A dirlo è il segretario della Cgil Lombardia Massimo Balzarini, che aggiunge: “infatti, la dinamica del PIL della Lombardia con il passare degli anni converge verso la media nazionale. Per il 2017 è attesa una crescita dell’1,1% per la Lombardia e dell’1% per l’Italia. Il Jobs Act avrebbe dovuto essere lo strumento di riforma economica secondo il governo, mentre i sussidi all’assunzione avrebbero dovuto essere lo stimolo necessario per implementarlo. Più che di un fallimento, siamo in presenza di uno spreco di risorse pubbliche che potevano trovare una migliore allocazione. Il tasso di occupazione è cresciuto molto poco, la disoccupazione ancor meno, gli scoraggiati, cioè le persone che non cercano lavoro, sfiorano i 3 milioni. Complessivamente in Italia abbiamo quasi 6 milioni di uomini e di donne che non lavorano. Uno spreco di reddito e risorse che ha pochi precedenti storici. Non mancano le precisazioni, i distinguo e le difficili spiegazioni: il contesto internazionale, la domanda interna contenuta, il calo delle esportazioni, ecc. Sull’ultimo punto la Lombardia continua a rivendicare la crescita delle esportazioni, confinando nelle note a piè di pagina che le importazioni crescono più delle esportazioni e che il saldo con l’estero è negativo. Il lavoro rimane quello che è sempre stato: la domanda di lavoro evolve in funzione delle prospettive degli imprenditori di realizzare profitto nel tempo. Le misure o i provvedimenti dal lato dell’offerta possono solo assecondare gli aggiustamenti microeconomici, non cambiare il segno (prospettive) della domanda di lavoro. il Jobs Act non sfugge a questa regola”.