Cgil: anche in Lombardia il Jobs Act non ha funzionato (2)

Milano – Analizzando il totale assunzioni e cessazioni (gennaio-agosto) – spiega Cgil Lombardia – il saldo netto per il 2015 e 2016 è positivo, condizionato dagli incentivi fiscali per il lavoro a tutele crescenti. Per l’Italia il saldo è pari a 539.408 nel 2014; 813.135 nel 2015; 703.553 nel 2016. La Lombardia manifesta la stessa tendenza: 62.742 nel 2014; 125.857 nel 2015; 99.796 nel 2016. All’interno delle singole voci di assunzione-cessazione del lavoro è possibile osservare la tendenza negativa del lavoro a tempo indeterminato e apprendistato, diversamente dal lavoro a termine e stagionale che sono in crescita. In altri termini, nonostante gli incentivi per l’assunzione a tempo indeterminato a tutele crescenti del 2015, con un saldo attivo di 8.432 per la Lombardia e 101.784 per l’Italia, la crescita delle altre tipologie di lavoro è significativamente più alta, dando conto del target della domanda di lavoro delle imprese nazionali e della Lombardia. Infatti, nel 2016 i valori aggregati del saldo tra assunzioni-cessazioni del tempo indeterminato, cioè con l’esaurimento (dimezzamento) degli incentivi fiscali, diminuiscono. L’Italia registra un saldo negativo pari a meno 201.053; la Lombardia un saldo negativo pari a meno 38.870. “Qual è il significato economico del dato? Per Balzarini la domanda di lavoro non era e non è sensibile alla normativa legata alla tutela del lavoro, piuttosto alla fiscalizzazione o meno degli oneri contributivi. Quindi le assunzioni sono state condizionate dagli incentivi, ma non creano buona occupazione, cioè occupazione stabile e neppure generano una prospettiva di crescita.