Filiera avicola: Lombardia, tutelare i nostri 3000 allevamenti

Mantova – “Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto sono pronte a sollecitare i ministeri delle Politiche agricole, della Salute e dell’Ambiente per sollecitare la risoluzione di temi quali la biosicurezza, il monitoraggio del regolamento europeo sul biologico, l’etichettatura e i sistemi
di qualita’ nazionale, le norme ambientali e i flussi di import ed export”. Lo ha detto l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, che ha presieduto il Tavolo interregionale sull’avicoltura, per risolvere le emergenze di un settore che coinvolge circa 3.000 allevamenti fra ovaiole, polli da carne, tacchini, riproduttori. “Il risultato positivo ottenuto con la regionalizzazione della certificazione sanitaria per esportare la carne suina in Cina e’ un precedente che ci spinge a continuare con la formula della Macroregione agricola, che vede Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna ai vertici per la produzione di uova”, ha spiegato Fava. Fra i prossimi passaggi condivisi al Tavolo interregionale sono stati individuati l’armonizzazione delle misure del Programma di sviluppo rurale . “Le avevamo presentate gia’ uniformate alla Commissione europea – ha chiarito Fava – ma Bruxelles le ha licenziate inspiegabilmente modificate fra loro”, l’attenzione al percorso legato al Sistema di qualita’ nazionale, un’audizione con gli assessori all’Ambiente di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna per affrontare le problematiche legate alla direttiva nitrati e alla biosicurezza. Al tavolo interregionale hanno preso parte anche le organizzazioni sindacali agricole, Assoavi, il
Distretto avicolo lombardo. L’obiettivo nel medio periodo e’ quello di “tutelare l’avicoltura anche a fronte delle risorse di bilancio che l’Unione europea mettera’ a disposizione nella Pac
successiva al 2020”. E l’approccio di alleanze regionali risulta essere piu’ snello ed efficace rispetto al canale degli Stati.