Welfare: da domani attiva la nuova Social Card (Sia)

Bergamo – Entra in vigore da domani, 2 settembre, il “Sia”, Sostegno per l’Inclusione Attiva, la misura di contrasto alla povertà fino ad ora era conosciuta come Social Card, quando rimaneva limitata sperimentalmente a un ristretto gruppo di città. La misura viene ora estesa a tutti i Comuni italiani. E proprio direttamente ai Comuni vanno presentante, da domani, le domande. “Il Sostegno per l’inclusione attiva (Sia) prevede l’erogazione di un sussidio economico alle famiglie in condizioni economiche disagiate, subordinato ad un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa predisposto dai Servizi Sociali del Comune, in collaborazione con i Servizi per l’Impiego, i servizi sanitari e le scuole nonché con soggetti privati ed enti no profit” spiega Orazio Amboni della Cgil di Bergamo, che invita a recarsi nella sede del sindacato per la consulenza nella compilazione della domanda. Il sussidio economico mensile varia da 80 a 400 euro, a seconda delle condizioni della famiglia. “Elemento centrale del Sia è lo stretto legame tra l’erogazione di un contributo economico e l’assunzione di impegni di ‘politica attiva’ da parte della famiglia destinataria” commenta Orazio Amboni. “La norma tiene positivamente conto delle precedenti esperienze e cioè del fatto che l’aiuto economico si rivela spesso inefficace senza uno stretto legame con i Servizi Sociali e i Centri per l’Impiego”. “L’attivazione della misura seguirà linee guida che assegnano un ruolo importantissimo ai Servizi sia Sociali che per l’Impiego e individuano modalità di approccio, procedure e strumenti non semplicemente valutativi e burocratici (i criteri di ‘condizionalità’ in base ai quali viene sospeso o annullato il contributo economico)” prosegue Amboni. “Verrà richiesto ai Servizi Comunali e a quelli per l’Impiego di lavorare in rete, costituendo a livello di Ambito Territoriale equipe multidisciplinari che coinvolgano servizi sanitari, scuola, formazione, Terzo Settore. Come si vede è una svolta radicale rispetto, per esempio, alle politiche sociali di Regione Lombardia che ha sempre contrapposto in modo alternativo i contributi economici (buoni e voucher) al ruolo dei Servizi. Queste buone intenzioni dovranno misurarsi, però, con la realtà attuale dei servizi comunali ridimensionati dai continui tagli di organico e di risorse”.