Pubblico impiega: lavoro, tra permessi e assenteismo

Milano – Impietosa analisi del quotidiano La Stampa che ha incrociato dossier della Ragioneria generale dello Stato e di Confindustria, per analizzare “l’assenteismo” nel pubblico impiego: al netto delle ferie, nel 2014 (ultimi dati disponibili) un dipendente pubblico ha usufruito in media di 19 giorni di permessi retribuiti, uno del settore privato solo di 11. L’ anno prima il rapporto era 19 a 13. Secondo Confindustria, ridurre l’ assenteismo del pubblico ai livelli del privato farebbe risparmiare 3,7 miliardi di euro l’ anno. Nella pubblica amministrazione si sono sedimentate 52 forme di assenza giustificata e retribuita. Dalla donazione del midollo osseo alla comparizione in tribunale come testimone, dal volontariato per soccorso alpino all’ aspettativa per i cooperanti allo sviluppo, dall’ assenza per fare lo scrutatore alle elezioni ai permessi per il ricongiungimento con il coniuge all’ estero. Tutte le causali, lette in una prospettiva storica, sono conquiste della civiltà del lavoro. La maternità (introdotta per legge nel 1971) si declina in astensione obbligatoria e facoltativa, congedo parentale, permesso per visite pre-natali e per malattia del figlio entro i 3 anni o del bambino da 0 a 8 anni se con ricovero ospedaliero. Il permesso per lutto (tre giorni) si estende fino ai parenti entro il secondo grado e agli affini (suoceri, nuore e generi). Il 13% dei docenti di ruolo e il 5% dei precari beneficia dei permessi retribuiti contro una media dell’ 1,5% dei dipendenti delle aziende private, a parità di regole. Il record spetta ai docenti sardi: 18,27%, tasso di permessi per disabilità più che doppio rispetto ai piemontesi (8,96%). In Umbria la percentuale è il 17,17, in Sicilia il 16,75, nel Lazio il 16,36, in Puglia il 15,95 e in Campania il 15,77. Tassi sotto il 10% si registrano, oltre che in Piemonte, in Veneto (9,71%) e in Toscana (9,84%). Per il personale tecnico amministrativo (Ata) il tasso medio nazionale è del 17% con picchi del 26,27% in Umbria, del 24,78% nel Lazio e del 23,33% in Sardegna. Anche per questi impiegati il tasso più basso è in Piemonte (11,87%). Il ministero ha deciso di accendere un faro dopo aver scoperto alcuni casi clamorosi come quello di una scuola di Menfi, in provincia di Agrigento: l’ Istituto Santi Bivona aveva 70 insegnanti beneficiari dei permessi per parenti disabili su un totale di 170. Quasi il 42%. Se fossero davvero tutti malati, piuttosto che da ministero e Inps sarebbe stato un caso da sottoporre all’ Organizzazione mondiale della sanità.