Parità: il progetto Hypatia (1)

Milano – Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia ha presentato oggi il progetto europeo Hypatia, finanziato da Horizon 2020, con lo scopo di creare un hub italiano sui temi di “Genere e Stem” (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), composto da musei scientifici, insegnanti, studenti, istituti di ricerca, aziende, fondazioni e associazioni con esperti sulle questioni di genere. L’hub nazionale ha il compito di indirizzare, diffondere, sviluppare i contenuti del progetto, realizzare iniziative per i giovani e dialogare con gli altri 13 hub europei. Il progetto Hypatia ha come fine sia quello di stimolare ed attrarre l’interesse degli adolescenti, in particolare delle ragazze, verso lo studio e la scelta delle professioni Stem sia di supportare l’orientamento alle carriere Stem, in modo da renderle più gender-inclusive. I ruoli di genere non esistono in natura ma sono creati socialmente: le potenzialità e le capacità sono le stesse per tutti gli individui ma sono le possibilità che si presentano ad essere diverse. Complessivamente, lo scopo è quello di raggiungere 50.000 insegnanti e più di 250.000 giovani e di stabilire con loro una relazione duratura con attività e incontri sia presso la scuola sia presso il Museo. I partners terzi sono: Asdc the UK Association of Science and Discovery Centres in Gran Bretagna, Cps Center for the Promotion of Science in Serbia, Experyment in Polonia, La Caixa Foundation in Spagna, Noesis Science Centre in Grecia, Science Centre Ahhaa in Estonia, Scn ScienceCenter-Network in Austria, Science Gallery Dublin in Irelanda, Teknikens Hus in Svezia. “Gender inclusive significa che non vogliamo escludere” spiega Sara Calcagnini, Responsabile Programmi Scienza e Società del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “ma accogliere la varietà degli stili di apprendimento e delle differenze di genere dei teenager; vogliamo fare un esercizio di autoriflessione rispetto alla società in cui viviamo, agli stereotipi di genere in cui siamo immersi come individui e come educatori, vogliamo parlare dei pregiudizi che caratterizzano come ci immaginiamo le carriere scientifiche e tecnologiche. Non vogliamo semplicemente che le ragazze pensino che la scienza e la tecnologia siano interessanti, ma che le carriere scientifiche siano anche per loro, che le decisioni in materia di scienza e di tecnologia facciano parte della loro e della nostra partecipazione democratica alla nostra società”.